Sacche di sangue infetto, dal Tar l'ok a un risarcimento atteso da dieci anni

Sacche di sangue infetto, dal Tar l'ok a un risarcimento atteso da dieci anni
di Sabato Leo
Domenica 23 Febbraio 2014, 22:48 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 09:01
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SALERNO - Continua da dieci anni il calvario giudiziario di quattro sorelle salernitane. Dopo la prematura scomparsa del pap, contagiato dal sangue infetto di una trasfusione praticatagli nel corso di un intervento chirurgico all’ospedale Ruggi di San Leonardo, non riescono ad avere dallo Stato l’erogazione del dovuto indennizzo assistenziale previsto dalla legge numero 210 del 1992. Le quattro figlie dello sfortunato cittadino salernitano (G.A., queste le sue iniziali) hanno ottenuto dal Tribunale amministrativo regionale (Sezione Prima) una sentenza favorevole con la quale il ministero della Salute ha avuto sessanta giorni di tempo per pagare la somma (circa 130mila euro, oltre interessi), quantificata dal Tribunale civile di Salerno (Sezione Lavoro) nella sentenza che ha emesso tre anni fa.



Con la stessa sentenza, pubblicata il 21 febbraio, inoltre, il Tar ha nominato commissario ad acta, nell’eventualità di una ulteriore inottemperanza, il prefetto di Salerno, Gerarda Pantalone, o un suo delegato, perché provveda, entro i successivi trenta giorni, a tutti gli adempimenti necessari per rendere esecutiva la sentenza emessa dal Giudice del Lavoro. Il ministero della Sanità, infine, è stato condannato a pagamento delle spese legali.

Il Tar è intervenuto, su ricorso delle quattro donne, in sede di ottemperanza, per l’esecuzione del verdetto della magistratura civile, finito inspiegabilmente nel dimenticatoio al ministero dove è stata confermata, anche dal governo Renzi, Beatrice Lorenzin.





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