«La vita degli altri» a Salerno, a Sant'Apollonia la mostra sul male

«La vita degli altri» a Salerno, a Sant'Apollonia la mostra sul male
di Mariangela Adinolfi
Venerdì 19 Settembre 2014, 11:54 - Ultimo agg. 13:33
2 Minuti di Lettura
Giudici del passato, protagonisti del presente. Inizia cos, con una riflessione sul Secolo Breve e sulla distruzione della ragione il racconto per immagini del giovane artista lucano Tommaso Piretti che domani sera, alle ore 19, inaugurer nella chiesa di Sant'Apollonia il secondo anno di attivit dello StudioApollonia con il progetto 19000091. Le vite degli altri. Un lavoro che nasce dalla paura di veder andar avanti non solo le idee di giustizia e di libert ma anche quella negative, di distruzione e di oppressione, e che si andato alimentando con l'esigenza di voler esternare ricordi sedimentati nel tempo. Sono i racconti della guerra affidati alla memoria del nonno, sono le immagini degli stermini di massa e dei malati di Aids, sono gli orrori dei manicomi. In tutto otto opere, due delle quali saranno esposte al Museo dello Sbarco e della Memoria di Salerno grazie al coinvolgimento dello storico Nicola Oddati e del giornalista Eduardo Scotti, per una installazione site specific pensata appositamente per gli spazi dell’aula di via San Benedetto. I colori esaltano le consistenze dei materiali utilizzati per scandire la narrazione di un delirio collettivo «attraverso il medium a lui più congeniale: l’arte», si legge nell'introduzione alla mostra della critica, nonché presidente dell'Associazione culturale Tempolibero, Clorinda Irace che, insieme a Erminia Pellecchia, ha voluto battezzare il debutto di Pirretti. Non semplici quadri ma «icone pulsanti» che prendono vita attraverso testimonianze vive delle stragi, come tessuti e medaglie, maschere antigas e camice di forza. È il 1900 visto da Pirretti, che per la prima volta si confronta con il pubblico attraverso un percorso emozionale che non vuole provocare una fugace indignazione ma che prova a combattere quello sterile sentimento di indifferenza che genera oblio e ancora paura. Paura verso chi è diverso da noi, paura di una morale non codificata, paura di chi poi si finisce per condannare al più assordante silenzio. Un'arte «civilmente responsabile» quella di Piretti che presenta una serie di opere con una sequenza che non è propriamente quella storica ma che, invece, rispetta una sua scaletta personale che ha suscitato in lui un'emozione e che ora ripropone per scatenare nel pubblico una reazione. Polimateria per raccontare la chiesa «universale», stoffa gesso sabbia e acrilico per ricordare il no della Legge Basaglia alla pericolosità come ragione della cura, garza e sangue per una scritta, «Hiv», che porta in sè il dolore di una pagina della nostra storia segnata dal timore della malattia e dall'ignoranza di chi la considerava giusta punizione per i peccatori. La mostra resterà in esposizione fino al prossimo 4 ottobre grazie all'intuizione di Giuseppe Natella che ha fatto della chiesa salernitana sconsacrata di Sant’Apollonia una fucina di intellettuali, poeti, scrittori, musicisti e artisti campani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA