Salerno. ​«Una taglia per mio figlio»: papà offre soldi per ottenere notizie

Salerno. ​«Una taglia per mio figlio»: papà offre soldi per ottenere notizie
di Pasquale Sorrentino
Martedì 25 Novembre 2014, 09:42 - Ultimo agg. 14:31
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Sant'Arsenio. Sono trascorsi quattro anni da quando Tania Polito è partita per il Venezuela, insieme al figlio di tre anni all'epoca, lasciando il marito in Italia. Se ne andò per il matrimonio di un parente.



Un viaggio che doveva durare poche settimane e che invece non è praticamente mai finito. Una volta in Sud America, infatti, Tania dopo qualche tempo ha fatto sapere al compagno e padre del bambino che non sarebbe più tornata. Da allora è cominciata la battaglia di Sergio Solimo, operaio di Sant'Arsenio, per riavere il piccolo Francesco. Una battaglia vinta dal punto di vista legale (con tutti i gradi di giudizio italiani e venezuelani che gli hanno dato ragione) ma non dal punto di vista pratico: il bambino è ancora in Venezuela.



«Di fronte all'assenza di risposte dallo Stato italiano che non libera un cittadino italiano tenuto sotto sequestro in un paese straniero e non sapendo che fine abbia fatto, offro una ricompensa a chiunque sappia darmi indicazioni su dove si trova Francesco», rimarca Sergio Solimo accompagnato in questo ennesimo tentativo dall'avvocato Enrico D'Amato.



È il legale a spiegare a che punto è la vicenda. «L'ultimo contatto con la madre e il bambino l'abbiamo avuto circa cinque mesi fa. Un contatto telefonico – racconta – nel quale la madre ha fatto sentire la voce di Francesco per circa un minuto, chiedendo poi dei soldi a Sergio». Tania Polito è latitante, infatti, circa un anno fa è stata arrestata al suo ritorno in Italia (senza figlio) con l'accusa di sequestro internazionale di minore. Le fu quindi vietato l'espatrio ma nonostante le fosse stato sequestrato il passaporto è riuscita lo stesso a tornare in Venezuela facendo di fatto perdere le proprie tracce. «Inoltre – aggiunge l'avvocato – qualche mese fa il Tribunale di Lagonegro le ha anche sospeso la patria potestà in quanto non ha rispettato quanto da lei promesso».



Sergio Solimo in questo lungo periodo ha avviato una serie di iniziative per cercare di riabbracciare Francesco. È andato anche in Venezuela ma purtroppo senza successo. Ha scritto lettere al Papa e al Capo dello Stato, ma sempre con scarsi risultati. Ora cerca una nuova via per sensibilizzare ancor di più l'opinione pubblica. Attraverso l'indirizzo mail troviamofrancesco@gmail.com chiede che chi abbia notizie sul piccolo lo faccia sapere. La ricompensa di fronte a notizie certe è di duemila euro. Inoltre sul suo profilo Facebook, Solimo ha lanciato una serie messaggi con la foto del piccolo Francesco e della madre sia in italiano che in spagnolo chiedendo notizie e aiuto.



Va aggiunto che in questi quattro anni le varie interrogazioni parlamentari (una in particolare della senatrice del Partito democratico Angelica Saggese), le richieste da parte dei vari consoli e politici non hanno portato a risultati concreti. Una situazione vissuta con estrema ansia da parte della famiglia Solimo ma anche dell'intero Vallo di Diano che da tempo si è stretto attorno a Sergio cercando di sostenerlo nella battaglia. «È una battaglia per il bene del piccolo – conclude D'Amato – perché è la vera vittima di questa situazione».