Salerno, corsa a 231 cattedre. Tanti ultracinquantenni: «Togliamo il posto ai nostri figli»

Salerno, corsa a 231 cattedre. Tanti ultracinquantenni: «Togliamo il posto ai nostri figli»
di Gianluca Sollazzo
Domenica 31 Agosto 2014, 00:20 - Ultimo agg. 14:19
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Via libera all’assunzione di 231 docenti, ma scoppia la grana bidelli. Ieri all’Ufficio scolastico provinciale si proceduto con la stipula dei contratti di immissione in ruolo per 17 maestre dell’infanzia, 8 delle elementari, 85 delle medie e 43 delle superiori; assegnati anche 78 posti per l’insegnamento di sostegno per l’anno scolastico 2014-2015. Una giornata di emozione per molti insegnanti che anche a 58 anni suonati sono riusciti finalmente a strappare il ruolo. Ma tra i corridoi del provveditorato di via Monticelli non mancano le proteste per un allarme che comincia a diffondersi tra presidi di scuole del capoluogo e della provincia. A pochi giorni dal ritorno in classe riesplode il problema della carenza in organico del personale Ata e quindi di collaboratori scolastici. «A rischio la sorveglianza degli alunni – denuncia Angelo Capezzuto, segretario provinciale Flc Cgil – c’è la possibilità che nei primi giorni di scuola i presidi incontrino difficoltà nel reperite il personale utile per la regolare partenza dell’anno scolastico». In allarme anche molti istituti comprensivi del capoluogo che annoverano plessi periferici e collinari. Secondo la denuncia sindacale mancano all’appello 231 bidelli per assicurare sorveglianza e accoglienza nei corridoi, a cui vanno ad aggiungersi 23 assistenti amministrativi e 13 assistenti tecnici. Sull’allarme carenza di bidelli interviene il Provveditore scolastico, Renato Pagliara, che rassicura i presidi. «Da Napoli giungerà nei prossimi giorni il contingente in deroga – dichiara il dirigente – per ora abbiamo tamponato già con 20 immissioni in ruolo di bidelli». Decisivi i prossimi giorni, quando sarà reso noto anche il contingente degli incarichi annuali per i precari a caccia di una supplenza. Tuttavia per 231 maestre e prof, in attesa da anni di una nomina definitiva, il sogno di una cattedra a tempo indeterminato è diventato finalmente realtà. E poco importa che il ruolo sia arrivato a pochi anni dalla pensione, in età da nonni e con un ventennio di carriera da pendolari alle spalle. Tra i corridoi affollati del provveditorato, ieri mattina, è spuntata però una voce fuori dal coro. «Doveva essere un giorno di felicità, ma al mio posto avrei voluto vedere le mie figlie”: a parlare è Giuseppina Senatore, maestra 56enne, originaria di Nocera Superiore, che, accompagnata dal marito Michele, ha firmato il contratto di nomina in ruolo su posto comune nella scuola elementare. Dopo 25 anni di precariato e in età di carriera avanzata, non riesce a godersi però quel posto in ruolo tanto agognato. «Non nascondiamoci – afferma – sto privando alle mie figlie, che ambiscono ad entrare nella scuola, di strappare un posto: entro in ruolo troppo tardi, quasi ho perso l’entusiasmo per un sogno che si è trasformato in una mezza beffa». Nonna di tre nipotini, Giuseppina strapperà un incarico provvisorio in Costiera Amalfitana, poi attenderà la sede definitiva. «Ma sono stanca di fare la pendolare – chiosa – lo ho fatto da ragazza, ora non ho la forza». Non è l’unica delle insegnanti assunte ieri a frenare emozioni e soddisfazione. «La nomina definitiva è solo un atto dovuto – precisa la prof Orsolina Montefusco, 55 anni, assunta alle superiori – sono una precaria storica e come molte colleghe, per colpa di un sistema scolastico che ci discrimina, potevamo entrare di ruolo anche a inizio anni novanta». Amarezza anche nelle parole della collega Nicoletta Leo, 58 anni, e una carriera da precaria quasi agli sgoccioli. «E’ arrivata questa assunzione – ammette – ma non mi sembra vero, quasi non ci credevo più, ma sono il simbolo di un mondo della scuola che non funziona».
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