Termovalorizzatore a Salerno, in piazza a Pontecagnano tutti i «no» dei cittadini

Termovalorizzatore a Salerno, in piazza a Pontecagnano tutti i «no» dei cittadini
di Ivana Infantino
Sabato 26 Luglio 2014, 13:12
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Termovalorizzatore di Salerno, nei Picentini s’infuoca la protesta. Prima l’uscita ufficiale del sindaco De Luca che contesta l’utilit dell’impianto e ribadisce la contrariet alla sua realizzazione, poi l’incontro pubblico di ieri sera a Pontecagnano, organizzato dal comitato No inceneritore, dove amministratori, cittadini, parlamentari, rappresentanti politici hanno affollato piazza Sabbato per contrastare la scellerata decisione del Governo. E, soprattutto, fare il punto della situazione all’indomani dell’approvazione, da parte del Senato, dell’emendamento presentato dai senatori campani del Pd attraverso il quale si definiscono ambiti e funzioni del commissario ministeriale (la cui nomina da parte del Governo sar perfezionata entro il 24 agosto,ndr), incaricato di realizzare il progetto di Rcm e Daneco Impianti, aggiudicatari dal 2011 della gara d’appalto della Provincia. Un emendamento che fa discutere perché prevede solo la possibilità di apportare modifiche alle caratteristiche tecnologiche e al dimensionamento, mentre a livello locale il fronte del «no» si allarga di giorno in giorno. Presenti ieri l’assessore all’ambiente del comune di Salerno Gerardo Calabrese, il primo cittadino di Pontecagnano Ernesto Sica che ha convocato, per il 29, un Consiglio congiunto con i 13 sindaci dei picentini, i parlamentari penta stellati Andrea Cioffi e Salvatore Micillo, per citarne alcuni. Alla base delle proteste le preoccupazioni sulla salute e i dubbi sulla reale utilità dell’impianto in un territorio dove le percentuali di raccolta differenziata si attestano intorno al 70%. Lo evidenzia anche il sindaco De Luca dalle telecamere di Lira Tv: «Io sono contrario al termovalorizzatore a Salerno – dice - e questo non tanto per ragioni ideologiche. La mia valutazione è di merito: sono contrario perché nessuno mi ha ancora dimostrato la necessità di realizzarlo». «Prima di proporre interventi di questo rilievo – precisa il primo cittadino di Salerno - si dovrebbe ragionare sulla realtà. L’impianto dovrebbe essere realizzato dove la differenziata è al 10-20%, non dove è al 70%. Io resto nella mia posizione di rifiuto: finché non si ragiona seriamente, io non intendo neanche parlarne». Palesa poi dubbi e perplessità, avanzate nelle scorse settimane da più parti: «Se pure si parte oggi, entrerà in funzione tra 4 anni: ci volete cortesemente dire – chiede - quale sarà il livello di raccolta differenziata in Campania? Se aumenta, i materiali da trattare si riducono tantissimo. E poi, un impianto collocato nel nostro territorio quale aeree dovrebbe servire? Anche questo non è chiaro». Insomma, i conti non tornano. Sulla questione era intervenuto in maniera forte anche il senatore pentastellato Andrea Cioffi dopo la battaglia in notturna in Senato «Il non detto – commenta - è che nell'impianto di Salerno ci vogliono bruciare le "ecoballe", e questa è una pazzia perché sarebbe come bruciare una miniera d'oro. Noi, invece, proponiamo di differenziare al loro interno il materiale nobile come plastica e alluminio». Annuncia poi che la battaglia continua in Parlamento anche se, specifica, l’emendamento sarà blindato dalla fiducia. Per questo chiediamo alla Regione di rivisitare nell’immediato il piano rifiuti per escludere definitivamente l'incenerimento nell’impianto di Salerno». Ad informare sui rischi per la salute, ieri a Pontecagnano, i medici Gaetano Rivezzi e Francesco Musumeci dell’Isde Medici per l’ambiente. «Questo tipo di impianti non si realizzano più da nessuna parte - dice Riviezzi – qui avete già un cementificio che inquina più di un inceneritore». A fare il punto invece sulla situazione già compromessa dal punto di vista dell’inquinamento ambientale dei Picentini è il portavoce del comitato Mario Codanti che ha ricordato come ci sono aree ancora da bonificare: «Ci saremmo aspettati dal Governo – commenta - un intervento per la realizzazione di impianti di compostaggio. I nostri livelli di raccolta differenziata sono tali da non giustificare la presenza di forni. Noi non ci fermeremo».
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