Sit in a Cupa Siglia contro il termovalorizzatore, battaglia di cifre

Sit in a Cupa Siglia contro il termovalorizzatore, battaglia di cifre
di Mattia A. Carpinelli
Domenica 16 Novembre 2014, 22:50 - Ultimo agg. 17 Novembre, 08:47
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Amministratori, attivisti, semplici cittadini e associazioni ambientaliste hanno presidiato ieri mattina l’area del cementificio di Cupa Siglia per protestare dopo le recenti dichiarazioni del presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, che aveva sostenuto la necessità di costruire un termovalorizzatore anche a Salerno per chiudere il ciclo dei rifiuti e uscire dalla fase emergenziale. «Un’uscita fuori luogo fatta senza essersi minimamente documentato» per il sindaco di Giffoni Sei Casali, Gerardo Marotta, tra gli storici oppositori alla costruzione dell’impianto. «Gli inceneritori – ha sostenuto – non servono più. Basta un’analisi attenta sulla produzione dei rifiuti per capire che tre termovalorizzatori in Campania sono inutili». Attualmente la produzione dei rifiuti in tutta la regione si aggira sulle 200mila tonnellate all’anno. Il paradosso, ha spiegato il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo «sta nella formula dell’appalto in concessione adottata per la realizzazione di questi impianti che, prevede la garanzia di conferire per vent’anni circa 300mila tonnellate annue di rifiuti. Per evitare penali si dovrebbero diminuire gli attuali livelli di raccolta differenziata». Il numero uno dell’associazione ambientalista non chiama in causa direttamente il presidente Canfora ma lancia un’idea: organizzare un convegno sul tema dei rifiuti. Dove? A Palazzo Sant’Agostino, magari avendo come ospite proprio il successore di Antonio Iannone. L’idea di un confronto è stata avallata anche da altri amministratori presenti ieri mattina al presidio.

Come l’assessore all’Ambiente del comune di San Cipriano Picentino, Sonia Alfano, che ha chiesto la convocazione di un’assemblea dei sindaci presieduta proprio dal nuovo presidente della Provincia, per capire le strategie che verranno adottate per il futuro dei rifiuti. E spiegare, magari, che gli impianti di termodistruzione sono superati. Per Mario Codanti, portavoce del comitato ”No Inceneritore” «l’emergenza rifiuti non può essere risolta con la costruzione di un impianto del genere. Canfora dice che sono ovunque, anche in Europa? È vero, ma sono lì da più di 20 anni ed ora li stanno dismettendo. A questo punto – ha ironizzato – ritorniamo anche alla locomotiva a vapore. Per chiudere davvero il ciclo dei rifiuti – ha concluso poi – serve un’impiantistica sostenibile e un incremento della raccolta differenziata».

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