Scarichi illegali a Nocera: i veleni finiscono nel Solofrana

Scarichi illegali a Nocera: i veleni finiscono nel Solofrana
di Nello Ferrigno
Giovedì 21 Agosto 2014, 13:17
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NOCERA INFERIORE. Acqua marrone che improvvisamente assume un colore rossastro con chiazze di schiuma giallognola. Un acre fetore che prende alla gola. la cartolina del torrente Solofrana, istantanea scattata nel tratto che attraversa buona parte di Nocera Inferiore. Da alcuni giorni quelle acque sono ancor pi fetide. I residenti del lungo tratto urbano del corso d’acqua tra via Orlando, via Pucci e via Rea sono in allarme. Anche perch si sono registrati malori tra diverse persone che hanno accusato difficolt respiratorie e giramenti di testa. Il torrente, che poi si congiunge al Cavaiola prima di immettersi nel Sarno, scende dall’Irpinia portando a valle i reflui industriali delle aziende che incontra nel suo percorso. Non solo le concerie del polo di Solofra, ma anche aziende conserviere che in questo periodo stanno svolgendo il loro massimo sforzo per la trasformazione del pomodoro. Acque, comunque, trattate dal depuratore dell’alto Sarno ma che arrivano a valle colme di veleni.

La falla è certamente rappresentata dagli sversamenti illegali. E la gente ora chiede maggiori controlli soprattutto in estate. «Anche perché – rilancia una donna di via Pucci – con il caldo non possiamo nemmeno difenderci chiudendoci in casa». L’allarme è arrivato al sindaco che ammette i forti disagi dei suoi concittadini. «È urgente – ha dichiarato Manlio Torquato – effettuare controlli e pensare ad una bonifica reale. Le autorità competenti devono darsi da fare. Prendiamo il caso della disinfestazione e derattizzazione, abbiamo dovuto sollecitarla duramente. Così come ci opponiamo, insieme al comitato, alla realizzazione di una vasca di laminazione a monte del tratto urbano del fiume». L’inquinamento chiama direttamente in causa le possibili conseguenze sulla salute dei cittadini. «Ormai non è un mistero che in quelle acque, ma anche nell’aria, sono presenti - spiega Rocco De Prisco, ricercatore dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Napoli - diversi fattori tossici, nocivi e cancerogeni con valori patologici che superano di gran lunga quelli normali, come gli idrocarburi policiclici aromatici, molecole cancerogene».

Un quadro deprimente in un territorio dove l’aumento delle malattie tumorali rappresenta, ormai, una frontiera già superata. L’Associazione malati, donatori di organo e trapiantati ha realizzato una ricerca con risultati sconcertanti: su 100 decessi il 65 per cento sono dovuti al cancro. Mentre il comitato per la Salute, grazie anche ad un contributo dell’amministrazione Torquato, ha avviato un’indagine epidemiologica sulla popolazione. E pensare che già nel 2004 una delibera di consiglio comunale, sindaco Antonio Romano, prevedeva l’istituzione di un Registro cittadino sull’evoluzione delle patologie tumorali. Il relatore, il presidente dell’assemblea Antonio Contursi, si dice amareggiato che, a distanza di anni, tutto è rimasto sulla carta. «Avevamo coinvolto – ricorda Contursi – medici, ricercatori, politici, amministratori ma senza alcun riscontro pratico. È rimasto tutto chiuso in un cassetto. Forse, oggi, in tanti avremmo pianto meno morti».

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