Sta male per la chemio e non apre a visita Inps. Chiara si sfoga su Fb e vince la sua battaglia

Chiara Dossi
Chiara Dossi
Lunedì 6 Luglio 2015, 13:27 - Ultimo agg. 13:31
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Malata di cancro non sente il campanello per la visita fiscale e le viene fatto un richiamo per un accertamento. La storia, che ha dell'assurdo, è di Chiara Dossi malata di linfoma e sottoposta a chemio terapia.





La donna dopo il richiamo pubblica indignata una nota su Facebook chiedendo la massima condivisione indignata da quanto stabilito dall'Inps.

«Vengono a casa mia per una visita fiscale mentre vomito l’anima e siccome non sento il campanello mi intimano di presentarmi a Trento. Trento, capisce? Cinquanta minuti di macchina da casa... e io non uscivo da giorni per i postumi della chemio... Mi sono infuriata. Ma come? Ho un linfoma che non mi dà tregua e tu mi ordini di venire da te a giustificarmi se non ti ho aperto la porta!».



Ad aggravare la situazione è la stessa condizione di Chiara a cui i medici sconsigliano di andare fino a Trenti, di stare a contatto con troppe persone in ambienti chiusi a causa dell'indebolimento delle sue difese immunitarie.



Lo sfogo su Facebook non è rimasto inascoltato e visto che purtroppo, come Chiara, sono altre le persone gravemente malate ma che hanno comunque bisogno di uscire da casa, proprio come prescrizione medica, l'Inps ha valutato la situazione e le ha dedicato un protocollo, il "protocollo Chiara", appunto.



«Non so se li ho spaventati con quel che ho scritto su Facebook o se ho trovato le parole giuste per portarli sulla mia strada, fatto sta che dopo la mia sfuriata tutto è cambiato, come per magia. E adesso mi sembra davvero incredibile che sia stata io a far cambiare le cose in così poco tempo e che da oggi in poi nessun medico busserà più alla porta di un malato grave per una visita fiscale», racconta al Corriere.it. Dal Trentino questo protocollo si estenderà in tutta Italia e le persone gravemente malate, potranno essere libere anche di uscire esentati dai controlli medici domiciliari se non possono lavorare «per lo stato avanzato della malattia o perché hanno in corso trattamenti salvavita o terapie particolarmente debilitanti».



Così ha spiegato l direttore regionale dell’Inps, Marco Zanotelli. «Chiediamo ai medici di seguire il percorso e la gravità della malattia e ci affidiamo alle loro valutazioni espresse attraverso un codice che viene trasmesso al nostro istituto. Tutto questo in attesa della legge nazionale».