“Eva” in trappola nuda e appesa a un albero: la disavventura dell'artista diventa un successo mondiale

“Eva” in trappola nuda e appesa a un albero: la disavventura dell'artista diventa un successo mondiale
di Paolo Ricci Bitti
Domenica 26 Luglio 2015, 17:57 - Ultimo agg. 19:08
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Eva in trappola, nuda e appesa a un albero. E nessun Adamo è venuto a salvarla. Le vie dell'arte, soprattutto quella contemporanea, sono a volte impervie, persino dolorose e pericolose, ma possono comunque portare a grandi soddisfazioni, tipo la recensione sulla Terza pagina del Times, come ha scoperto Hilde Krohn Huse, 26 anni, longilinea e bionda novergese laureata in Arte creativa all'Università di Farnham, nel Surrey. Molto creativa. Fatto sta che, come spesso avviene nell'arte, Hilde è partita con un'idea che nella pratica immediata è miseramente fallita salvo poi rivelarsi un clamoroso successo, tanto che il video, che in pochi giorni ha incassato mezzo milione di visualizzazioni, è stato inserito nella rassegna Bloomberg New Contemporaries e farà inoltre parte di un tour delle gallerie britanniche, compresa la prestigiosa Contemporary Art di Londra. Un eccezionale caso di serendipity, si potrebbe dire.



Ora è chiaro che, in questi casi, il confine tra Paperissima, le trappole per gli orsi e le sublimi vette dell'arte è labilissimo, questione di gusti e di culture, ma è indubbio che Hilda sia già ben al di là del quarto d'ora di notorietà che a tutti, prima o poi, sarebbe concesso.



Tutto colpa, anzi merito, di un maledetto nodo che si è stretto peggio di quello di Gordio attorno all'esile caviglia destra dell'artista. Il progetto di Hilde era quello di riprendersi con la telecamera mentre si appendeva per i piedi al ramo di un acero. Dettaglio non secondario: prima di appendersi si è tolta tutti gli abiti per entrare a diretto contatto con la natura.



La performance doveva durare un paio di minuti anche perché, una volta nuda e appesa al ramo, l'artista più di tanto che poteva fare?



Poi però qualcosa è andato storto: forse Hilde non è stata negli scout, forse non ha mai praticato alpinismo, così che il nodo che le assicurava la caviglia non si è più allentato. Anzi, piiù la ragazza si dimenava tentando di liberarsi, più quel maldestro cappio si stringeva.



"Ho cominciato a urlare pur senza perdere la calma - ha raccontato Hilde all'accigliato Jack Calbern, critico d'arte del Times - ma nessuno mi sentiva. Così, mentre cercavo di liberararmi, siccome la telecamera continua a funzionare, ho chiamato pià volte Adamo: ho pensato che cià avrebbe aggiunto interesse alla ripresa, anche dal punto di vista storico".



No, Adamo, non si è visto, e nemmeno lo spirito di Houdini, così è toccato alla preoccupata Ginte, una connazionale amica dell'artista, liberarla dalla scomoda posizione. Ma prima che l'amica sentisse le urla di Hilde è passata un'eterna mezz'ora. Tanto che a un mese dalla performance la povera caviglia è ancora segnata dalle cicatrici.



Stanca e frastornata, l'artista a quel punto aveva due possibilità: cancellare quelle riprese tragicomiche oppure spingere il pedale del gas. I primi spettatori sono restati invero un po' perplessi, ma trattandosi dei familiari Hilde non se l'è presa. Invece sulla piattaforma Vimeo il video è diventato subito un successo. Il più era fatto. E tanti saluti ad Adamo.