Paolo Villaggio: «Siamo tutti dei Fantozzi, l’Italia è tragica come lui»

Paolo Villaggio: «Siamo tutti dei Fantozzi, l’Italia è tragica come lui»
di Oscar Cosulich
Sabato 24 Ottobre 2015, 08:51 - Ultimo agg. 11:18
3 Minuti di Lettura
«Fantozzi adesso rappresenta la cultura decadente italiana meglio di 40 anni fa», dice Paolo Villaggio, invitato alla Festa del Cinema di Roma per celebrare il quarantennale della prima pellicola dedicata al più celebre ragioniere d’Italia.



«Allora la mia era una comicità un po’ diversa», spiega Villaggio, «oggi è diventata rassicurante, vi dice ”Non abbiate paura, non siete i soli a provare questa incapacità di essere felici”: Fantozzi siete tutti voi!». Dopo l’incontro di ieri con la stampa, oggi Paolo Villaggio, 82 anni, sempre accompagnato da Anna Mazzamauro (la signorina Silvani) e da Plinio Fernando (l’orribile figlia Mariangela del ragioniere e della signora Pina), incontrerà il pubblico della Festa del Cinema, garantendo la consueta messe di provocazioni e paradossi, caratteristici del suo umorismo. Intanto la Eagle Pictures, in accordo con Premium Cinema, ha restaurato in 2K «Fantozzi» e «Il secondo tragico Fantozzi», che saranno nelle sale il primo dal 26 al 28 ottobre e il secondo dal 2 al 4 novembre, per poi approdare a Londra, il 18 dicembre, all’RCS Theatre di Regent Street.



Se il primo film di Fantozzi ha compiuto 40 anni, il personaggio, in realtà, è nato prima: «Le date esatte non sono in grado di dirle», ricorda il mattatore, «ero con De André a Genova e facevo un cabaret artigianale. Eravamo entrambi molto poveri. Un giorno si presentò da noi un uomo di una bruttezza esagerata: era Maurizio Costanzo, che ci disse ”se venite a Roma, vi garantisco un grande successo”. Fabrizio era un pavido e non volle partire, io invece seguii il meraviglioso consiglio di mia moglie: ”Scegli sempre l’incerto per il certo”, una frase magica che mi ha cambiato la vita». «A Roma, in via del Mattonato, Costanzo si dimostrò abilissimo: basti pensare che alla mia prima serata, nel pubblico, c’era gente come Flaiano, Marco Ferreri, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno.



Da lì sono approdato poi alla televisione, con ”Quelli della domenica”, dove ho incontrato Renato Pozzetto, il più grande comico che abbia mai conosciuto». La strada, a quel punto era spianata e sono arrivati i libri su Fantozzi: «Il primo volume ha venduto un milione e mezzo di copie, il secondo settecentomila, se fate il paragone con i best seller odierni, che oggi non superano le ventimila copie, vi rendete conto di quanto avesse colpito l’immaginario collettivo». Eppure, secondo il grande Paolo, all’epoca il personaggio era meno universale di oggi: «Fantozzi era un personaggio che le donne non amavano, lo trovavano troppo triste e avevano ragione. Proprio per questo il mio ragione diventa un personaggio sempre più popolare: l’Italia sta diventando tragica come lui. Oggi anche la borghesia ha paura , il declino del paese è sempre più veloce e gli italiani sfiorano la povertà.



Poi c’è Renzi che vuole tagliare le tasse, per me un errore clamoroso: perché così la sanità per i poveri diventa un problema. Uno si fa una lastra, gli trovano un tumore e gli dicono ”ripassi tra sei mesi”: sei mesi dopo potrà passarci la sua vedova». Il problema, per Villaggio, è nella «fantozzizazione» dell’italiano medio: «Oggi l’Italia è un paese triste e i nuovi Fantozzi non hanno il coraggio di ribellarsi. Gli intellettuali leggono i giornali ”giusti” e gli editoriali politici ma, dopo dieci minuti di discorsi saccenti, finiscono per parlare solo di Totti. Lo sport è l’argomento preferito dagli italiani, che ormai discutono solo di quello e di accoltellamenti: pare che interessino solo episodi tristi e cruenti».



Inevitabilmente l’ultima riflessione è per la moralità dei nostri compatrioti: «L’italiano medio si lamenta dicendo ”Sono tutti ladri!”, ma il suo non è vero disprezzo è semplicemente invidia. In realtà vorrebbe rubare anche lui, solo che non ne ha l’abilità, né il coraggio. Il sogno di molti italiani è di fare una rapina in banca, ma voi non provateci: sareste subito arrestati!», conclude provocando, ma nemmeno troppo.