Mattarella, al San Carlo: «Questo è il tempio della cultura che sconfigge le voci della paura»

Mattarella, al San Carlo: «Questo è il tempio della cultura che sconfigge le voci della paura»
di Pietro Treccagnoli
Lunedì 14 Dicembre 2015, 08:48 - Ultimo agg. 09:00
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Il presidente Sergio Mattarella ha scelto Napoli. Ha preferito il San Carlo alla Scala. Un messaggio? Forse politico, di sicuro un gesto di affetto, ma anche un omaggio alla grande bellezza del teatro d’Opera più antico d’Europa, al di là della freschezza popolare della «Carmen» di Georges Bizet, rispetto alla rigidità meneghina della «Giovanna d’Arco» di Giuseppe Verdi. Che fosse qui non per celebrare un rito mondano, il Capo dello Stato l’ha voluto sottolineare con poche battute concesse ai giornalisti, prima dello spettacolo al quale è arrivato puntualissimo.

«Il San Carlo è il tempio della cultura» ha commentato. «E questa è una serata di serenità, di cultura». Ha poi aggiunto: «La cultura aiuta la pace. La cultura serve a sconfiggere la paura. E il teatro e la musica sono forme coinvolgenti di cultura. Il teatro unisce attraverso i confini». E riferendosi al cast della «Carmen»: «Il direttore d’orchestra è indiano. I cantanti vengono da altre nazioni: Spagna, Stati Uniti. E così anche per gli orchestrali. È una cultura che raccoglie, unisce, aiuta la pace».

Oltre i confini, quindi, oltre il terrore, oltre gli odi che vogliono spaccare il mondo. Si respirava un’aria tranquilla, appena appena gelida tanto da giustificare le mise in pelliccia delle signore, con piazza del Plebiscito illuminata da luci natalizie. «Non è un’inaugurazione blindata» ha tenuto a precisare il sindaco Luigi de Magistris che ha lasciato lo stadio San Paolo prima della fine della partita con la Roma per poter accogliere gli invitati nella doppia veste di primo cittadino e di presidente del consiglio d’indirizzo del Lirico napoletano. «Tutto si sta svolgendo bene, con calma e ordine».

E sono sfilati in tanti: autorità, politici e imprenditori. Una serata d’onore, una sfida tra due santi, San Carlo e San Paolo, con il primo che, in una domenica da ingorgo di appuntamenti, ha dato più soddisfazioni. «Questo teatro» ha voluto sottolineare il ministro della Cultura, Dario Franceschini, «è un orgoglio non solo per Napoli, perché non c’è città o regione che possa avere un potenziale di sviluppo turistico come Napoli e la Campania». Sul palco reale affianco a Mattarella (accompagnato dalla figlia Laura) hanno preso posto il ministro Franceschini, il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo. In prima fila, ai lati (estrema destra) il presidente della Regione Vincenzo De Luca e de Magistris (estrema sinistra) che durante l’esecuzione di rito dell’Inno ha canticchiato le parole di Mameli, mentre il governatore restava con la bocca serrata. Più indietro, il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il prefetto Gerarda Pantalone, la sovrintendente Rosanna Purchia e il consigliere Giuseppe Tesauro. Sparsi tra platea e palchi, mescolati ai melomani, molti politici, a cominciare dai due avversari di DeMa nella corsa per Palazzo San Giacomo: Antonio Bassolino (accompagnato dalla moglie, la parlamentare Annamaria Carloni) e Gianni Lettieri. E poi l’ex sottosegretario Gianni Letta, l’ex ministro Paola Severino, il consigliere per la Cultura della Regione, Sebastiano Maffettone, la presidente di Scabec, Patrizia Boldoni, e il commissario per Bagnoli, Salvo Nastasi (con imperdibili bretelle rosse) e la moglie Giulia Minoli. Vari conciliaboli, tra lo svagato, il complimentoso e l’interessato.

Di sicuro alla cena, alla fine dello spettacolo, erano interessate le chiacchiere tra il sindaco di Firenze, Dario Nardella, il maestro Zubin Mehta e de Magistris, seduti allo stesso tavolo. I due primi cittadini avranno fatto a gara per ingraziarselo, conteso com’è tra San Carlo e Maggio Fiorentino.

Mattarella, che ha mangiato un boccone, rapidamente, nella Sala Borbonica, tra il primo e il secondo atto, non ha partecipato alla cena. Con lui c’era tutto il palco reale, ma anche Bassolino, Nastasi e naturalmente de Magistris. I commenti del Capo dello Stato sullo spettacolo sono stati entusiastici: «Carmen è una delle opere che amo di più». Ha parlato a lungo con Franceschini che gli ha descritto minuziosamente e con soddisfazione il tour fatto al San Carlo con Nastasi. Non ha trascurato di elogiare il cuoco-contadino, Pietro Parisi, il quale ha spiegato a Mattarella come i piatti preparati siano stati fatti con prodotti campani, coltivati nella Terra dei Fuochi, che ancora una volta ha dimostrato di essere la Terra del Buono. Alla fine il Presidente, accompagnato da De Luca e de Magistris, si è calorosamente complimentato nei camerini per l’opera («Una delle mie preferite, ed è stata magnifica») con Mehta che l’ha invitato a Firenze, e con Finzi Pasca. Poi, via a Villa Rosebery che lascerà in mattinata.