«Sponz fest», la carovana itinerante di Capossela sbanca in Alta Irpinia

«Sponz fest», la carovana itinerante di Capossela sbanca in Alta Irpinia
di Federico Vacalebre
Domenica 23 Agosto 2015, 19:01 - Ultimo agg. 24 Agosto, 16:05
3 Minuti di Lettura
La fantasia ebbra di Vinicio Capossela è pronta ad agitare la Terra dei Coppoloni, invadendo l'Alta Irpinia con un'armata brancaleone di musici, ma non solo. È un mucchio selvaggio di sognatori/nomadi quello protagonista da oggi, e per sette giorni, sui sentieri della Valle dell'Ofanto, con tappe vivificatrici a Calitri, Conza, Andretta, Cairano e Aquilonia.



Lo «Sponz fest» alla sua terza edizione guarda al «Raglio di luna» come obiettivo, pensando alla fatica dei mille ciucciarielli cantati dalla tradizione popolare, ma anche all'immagine romantica dei mille Don Chisciotte e Sancho Panza glocal pronti a salire in sella alla ricerca di emozioni desuete. «Sponzati», ovvero bagnati fradici, dal sudore del ballo, della musica, dell'adrenalina. Nomadi a passo d'uomo e d'asino, pronti a ragliare la propria gioia davanti a un piatto fumante di cannazze, ad un bicchiere di «gnostro», al sorriso di una ragazza in amore, al canto di aedi e folksinger, rocker e gitani. Tra mulattiere e sentieri di dei umani, molto umani, e musiche di frontiere che sono pensate per essere attraversate e non per dividere popoli e culture, si inizia al tramonto, ad Andretta, sotto le querce dell'Occhino, tra folk, neofolk, postfolk e letture da «Il paese dei Coppoloni».



Poi la carovana improvviserà una balera sotto la fontana al suoni di maestri dell'organetto prima di iniziare un breve viaggio verso il centro del paese scandito dalla «Golondrina», traditional messicano affidato ai Mariachi Mezcal, attesi alla meta dalla banda musicale e le majorettes di Andretta, oltre che da volontari pronti a guidare gli spettatori/viaggiatori alla scoperta del paese, sapori e profumi compresi. A mezzanotte, e «per un'unica sera eccezionalmente», tutti invitati «Al veglione», proprio nella sala, riaperta per l'occasione, celebrata dalla canzone di Vinicio, protagonista il crooner verace e cantante gladiatore Cicc' Bennet, al secolo Ciccillo di Benedetto, con il suo gruppo di un tempo, i Belgique. «La mia prima esperienza con la musica l'ho avuta nella sala veglioni di Ciccillo Di Benedetto», ricorda lo chansonnier-direttore artistico: «La sua storia si confondeva, già a partire dal suo cognome, Di Benedetto, come Tony Bennett, col grande mondo dello spettacolo. Cicc' Bennett, è il vostro film personale, voi siete i registi, ad avere senso dell'inquadratura, perché il suo modo di stare al mondo è semplicemente e ininterrottamente spettacolare.



Ecco, più che al mondo dello spettacolo, Cicc' Bennet' appartiene al mondo dello “spettacolare”. Egli è Scorsese, Nick Apollo Forte, Tony del Monaco, Caruso e Claudio Villa, ma alla fine sono forse tutti questi, che messi insieme non fanno un Ciccillo, un kolossal in mondovisione. Il mondo che sta nella sua persona». A notte fonda, se forza e vino lo permetteranno, la carovana si sposterà sull'altopiano del Formicoso, dove verrà inaugurata l'opera simbolo dello «Sponz 2015», la Trebbiatrice Volante, al suono degli scoppiettanti ottoni balcanici della Fanfara Tirana. E poi via per altre mulattiere e con altri suoni, in attesa del baccanale del 29 agosto, per la notte delle nozze d'argento di Capossela con la musica, concertone (l'unico a pagamento, 15 euro) nella stazione ferroviaria abbandonata di Conza-Andretta-Cairano con il maestro di cerimonie Vinicio accompagnato sul palco da Psarantonis (Grecia), Los TexManiacs (Texas), King Naat Veliov The Real Kocani Orkestar (Macedonia), Howe Gelb ( Arizona) Banda della Posta, Mariachi Mezcal (Messico/Spagna), Banda Città di Calitri, Cicc' Bennet', Asso Stefana, Zeno De Rossi.



Ma prima ci saranno storie, non solo suonate, non solo narrate, non solo da bere, di resistenza e resilienza, di emigrazione e ritorno, di architettura sostenibile e agricoltura eco-logica, di trebbiatura e design rurale, di danze circolari e divinità dai grandi appetiti, di sposalizi culturali e di serenate, di vino tra eros e poesia, di battaglie contro le trivellazioni petrolifere...
Il tutto con il sogno-speranza che, pur senza il mare del Salento, lo «Sponz fest» diventi la risposta irpina, e d'autore, e multilkulturale, alla «Notte della taranta». Per richiamo e impatto turistico, che la sua levatura artistica - e politica - è già ben altra cosa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA