Napoli capitale del teatro ai premi Ubu

Napoli capitale del teatro ai premi Ubu
di Luciano Giannini
Martedì 10 Dicembre 2013, 10:20
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Servillo, famiglia d’arte, che anche passione, cultura, impegno, rigore professionale. In settembre al San Carlo Toni e Peppe trionfarono alle Maschere del teatro: rispettivamente migliore attore protagonista e non protagonista in Le voci di dentro di Eduardo De Filippo.



Tre giorni fa Toni si è ripetuto agli Oscar europei del cinema di Berlino: migliore attore in «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino. Ieri pomeriggio, ecco di nuovo Peppe, di nuovo migliore attore non protagonista per «Le voci di dentro», stavolta ai Premi Ubu, consegnati nello storico Piccolo Teatro Paolo Grassi, a Milano. La giuria di 56 «referendari» ha scelto come spettacolo dell’anno «Il panico», di Rafael Spregelburd, diretto da Luca Ronconi, ma nei 17 riconoscimenti assegnati ha anche confermato il successo di tutta la scena napoletana. Così, per il secondo anno, Antonio Latella è il miglior regista: nel 2012 per «Un tram chiamato desiderio» dell’americano Tennessee Williams; quest’anno per «Francamente me ne infischio», che usa Rossella O’Hara e «Via col vento» per riflettere ancora sul presunto sogno americano. E come una sola attrice protagonista sono state premiate le sue interpreti: Caterina Carpio, Candida Nieri e Valentina Vacca, votate come «corpo unico» e non ex aequo.



Un’altra napoletana, Antonia Truppo, conquista la categoria della migliore attrice non protagonista in «La serata a Colono» di Elsa Morante, che ha la regia di un napoletano doc come Mario Martone. L’allestimento incassa anche il riconoscimento per il migliore protagonista dell’anno, Carlo Cecchi (ex aequo con Mario Perrotta per il monologo «Un bés - Antonio Ligabue»). E ancora tanta Napoli c’è nel premio per la migliore novità straniera: «Jucatùre (Els jugadors)» del catalano Pau Mirò, tradotto in napoletano e messo in scena da Enrico Janniello, con Renato Carpentieri, Tony Laudadio e Giovanni Laudeno. Il riconoscimento, con quello di Peppe Servillo, è anche un tributo a una fabbrica di arte dello spettacolo che da anni porta alto il nome di Napoli nel mondo: Teatri Uniti.






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