Il commento | La disfatta che parte dal mercato sbagliato

Il commento | La disfatta che parte dal mercato sbagliato
di Francesco De Luca
Giovedì 28 Agosto 2014, 02:49 - Ultimo agg. 17:00
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Napoli fuori dalla Champions, con quei tre gol presi in meno di un quarto d’ora dall’Athletic dopo l’illusione creata dalla prodezza di Hamsik. Una disfatta, non solo un’eliminazione, in parte prevedibile perché la squadra doveva essere rafforzata da De Laurentiis prima del playoff, a cominciare dalla difesa.



Eppure logica calcistica, non economico-finanziaria, avrebbe imposto interventi massicci per assicurarsi la fase a gironi perché in questi 180' era in palio non soltanto il prestigio, ma soprattutto una bella cascata di milioni, poco meno di 40. E ora? Al crocevia più importante della stagione, la squadra ha imboccato la strada sbagliata. Colpa dei difensori, che hanno fatto clamorosi errori, ma colpa non soltanto loro: la squadra ha vissuto di rarissime fiammate, a Napoli come a Bilbao, e questo significa che non era ancora pronta per affrontare una stagione che presentava immediatamente un ostacolo.



L'approccio alla partita è stato penoso, quanto una scelta di Benitez: come può aver lasciato fuori Zuniga, un signor esterno, per far giocare il mediocre Ghoulam, poi rimpiazzato con Britos, addirittura peggiore? E cosa significa Inler fuori? Una bocciatura? Higuain ha provato a dare la scossa con un bel tiro dopo un quarto d'ora, ma poi gli azzurri si sono piegati su loro stessi, impauriti e dunque soggiogati da avversari non straordinari, ma intelligenti, abili ad applicare il pressing e a difendersi. L'Athletic, sfruttando i corridoi sulle fasce e gli errori difensivi, avrebbe potuto chiudere la sfida con il colpo di testa di Gurpegi e il tiro di Laporte, con Rafael fuori dai pali: azzurri graziati e in partita.



E infatti ad inizio ripresa poteva cambiare l'inerzia della gara grazie a un colpo da campione di Hamsik, che ha saputo trovare l'angolo buono per colpire e portare il Napoli in vantaggio. Ma è stata un'illusione perché in meno di un quarto d'ora l'Athletic ha approfittato di tre clamorosi errori difensivi - roba che raramente si vede su campi minori, figurarsi in Champions: Britos a parte, ma che hanno fatto Albiol e Rafael? - e ha guadagnato la qualificazione alla fase a gironi. Intanto, Benitez, che forse ha perso autorevolezza perché non s'è saputo imporre su De Laurentiis e chiedere rinforzi adeguati (in cima alla sua lista c'era Mascherano), sbagliava ancora, togliendo Hamsik ed inserendo Insigne, poi spazio anche al legnoso Zapata. Errori anche dalla panchina. Una vergognosa disfatta.



Sono chiare le responsabilità di questo fallimento, perché di fallimento si tratta. La società non ha rafforzato adeguatamente la rosa prima del playoff e in campo si sono visti giocatori che erano stati scartati come Gargano e Britos: non ci voleva molto per capire che con un organico simile è difficile raggiungere traguardi prestigiosi come lo scudetto. Benitez non ha presentato una squadra all'altezza nel confronto con l'Athletic (anche sotto l'aspetto fisico, eppure la preparazione era cominciata 48 giorni fa) e dovrà dare convincenti spiegazioni: il suo progetto ha perso clamorosamente consistenza. Intanto, la squadra conferma di non essere in grado di realizzare risultati importanti lontano dal San Paolo: non riesce, cioè, ad essere fino in fondo grande.



C'è un ridimensionamento - nelle strategie di mercato e nei programmi stagionali - che la gente di Napoli si rifuta di accettare.