Meccatronica, il futuro è made in Giugliano. Una storia iniziata nel 1977 grazie all’intuizione di Punzi «I lavoratori al primo posto»

Meccatronica, il futuro è made in Giugliano. Una storia iniziata nel 1977 grazie all’intuizione di Punzi «I lavoratori al primo posto»
di Antonio Vastarelli
Lunedì 29 Settembre 2014, 17:02 - Ultimo agg. 30 Settembre, 16:23
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Si chiama AX1-GNS5 l’ultimo gioiello della Gma (Generale meccatronica applicata), azienda di Giugliano che opera nel campo della meccatronica, specializzata in progettazione, produzione, supporto e fornitura di apparati elettronici, meccanici ed elettromeccanici ad alto contenuto tecnologico, per il mercato sia civile che militare. Si tratta di un nuovo sistema di navigazione inerziale, che integra tecnologia MEMS di ultima generazione e un ricevitore GPS, e che è stato presentato lo scorso giugno alla fiera internazionale «Eurosatory» di Parigi.



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Un’apparecchiatura commercializzata con il marchio Axitude, acquisito nel 2010, e con il quale la Gma si è affacciata anche nel settore dell’avionica, allargando la sua produzione destinata anche al navale e al terrestre. In quest’ultimo ambito, ad esempio, la Gma è riuscita a risolvere un problema non da poco per i carri blindati Lince dell’esercito italiano che, impegnati nella missione di pace in Afghanistan, spesso perdevano il segnale GPS con il rischio di trovarsi in un campo minato: insieme alla Federico II di Napoli, è stato sviluppato un algoritmo che consente di orientarsi anche in assenza di segnale GPS.



L’azienda, fondata nel 1977 dall’ingegner Angelo Punzi («Eravamo in tre in un sottoscala e facevamo pezzi meccanici per la Selex», ricorda), oggi ha circa 100 addetti, tra operai, ingegneri e amministrativi, e un fatturato annuo di 17 milioni di euro, che si prevede di portare a 25 in 4 anni proprio grazie al valore aggiunto delle produzioni di Axitude. I principali clienti dell’azienda napoletana sono società del gruppo Finmeccanica (Selex Es, Mbda e Wass) e sono numerose le collaborazioni attivate con università e centri di ricerca.



Nel 2013, nella zona Asi di Giugliano è stato inaugurato il nuovo stabilimento di 9mila metri quadrati, innovativo anche per gli spazi dedicati al tempo libero per i dipendenti: ci sono palestra, mensa, cappella, la sala giochi e lettura e ampi spazi verdi esterni. Una storia vincente, quella della Gma che, puntando sempre sul capitale umano e sull’innovazione tecnologica e la ricerca, è riuscita a segnalarsi tra le migliori aziende nazionali nel campo della meccatronica, unica della Campania e del Sud in lizza, quest’anno, per il prestigioso Premio italiano di meccatronica, che sarà assegnato ad ottobre, promosso dagli industriali di Reggio Emilia e dal Club Meccatronica, in collaborazione con Nova24–Il Sole 24 Ore.



E, a dicembre, sarà una delle aziende italiane in missione a Bruxelles, selezionata dalla Fondazione Rosselli, per conto del ministero dello Sviluppo economico, quale esempio nell’impostazione di un rapporto nuovo tra azienda e territorio. «Noi, in azienda, applichiamo il sistema di Adriano Olivetti: i lavoratori sono al primo posto. Il nostro nuovo stabilimento è pieno di spazi per far star bene i dipendenti, a cominciare dai giardini, curatissimi», afferma Punzi che sottolinea come, con il finanziamento di 13 milioni che arriverà dalla Regione, «trasformeremo anche l’intera area industriale, con aiuole, fontane, panchine: ritengo, infatti, che l’impresa debba occuparsi non solo della produzione ma anche di far crescere il territorio circostante».



Una filosofia non facile da portare avanti, soprattutto quando le istituzioni sembrano lontane. «A parte la burocrazia nazionale, che rallenta i nostri progetti imprenditoriali, notiamo che la Regione Campania non ha impostato una politica industriale che ci permetta anche di capire su quali settori si vuol puntare e, quindi, su quali ambiti investire anche in ricerca e sviluppo, per poi creare lavoro. Inoltre, nell’erogazione dei finanziamenti, spesso non viene premiata la meritocrazia». L’ingegner Punzi, però, non demorde, anzi rilancia. «Tanti politici e banchieri – dice – si riempiono la bocca con la parola start-up, ma poi non fanno niente di serio per supportare queste nuove iniziative imprenditoriali. Noi ne abbiamo presa una in cura, si chiama Kiranet, e ha progettato armadi e carrelli intelligenti che potranno avere i più svariati utilizzi, a cominciare dalla sanità, ma anche nell’industria».



Ad esempio, in un ospedale si può installare un armadio per i farmaci intelligente, che razionalizza e velocizza la gestione perché si apre solo il cassetto del medicinale che serve, passando su un lettore il codice stampato sul braccialetto dell’ammalato: così non c’è bisogno di ricordarsi il tipo di farmaco da somministrare per ogni paziente, si riducono gli errori, e si rendono anche difficili i furti di medicinali, che non di rado avvengono negli ospedali. “A questo prodotto, che potremmo lanciare dal prossimo anno, è interessata anche l’Atitech per la gestione degli attrezzi: se si prende un cacciavite dal carrello, il relativo cassetto non si chiude fin quando il cacciavite non viene riposto, questo – spiega Punzi – evita che qualche attrezzo possa restare in un’ala di un aereo, ad esempio”.



Ma tra le iniziative più importanti dell’azienda, Punzi cita la formazione rivolta ai giovanissimi. «Con la scuola Marie Curie di Ponticelli stiamo portando avanti, per la V classe, un corso di 8 ore al giorno per un mese, per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, affiancando i nostri esperti e tecnici ai docenti della scuola».