Ancora violenze nel carcere di Avellino. All'indomani della rivolta di un nutrito gruppo di reclusi, c'è da registrare un'altra aggressione. Un agente penitenziario è stato colpito al volto da un detenuto che gli ha procurato la frattura del naso. Un ulteriore fatto che va ad aggiungersi all'elenco di episodi di insubordinazione fino alla protesta dell'altro ieri. Sulla rivolta messa in atto nella Sezione Reati Comuni è stato aperto un fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Avellino, seguito direttamente dal procuratore capo Domenico Airoma. Nel contempo è stata avviata un'attività di indagine interna da parte del Dap. Alcuni dei responsabili sarebbero stati già individuati.
Quattro degli ospiti ritenuti protagonisti della rivolta sono stati trasferiti in altre strutture già nella serata dell'altro ieri.
Due agenti sono finiti in ospedale per le ferite riportate. Fortunatamente le loro condizioni non destano preoccupazioni. Una rivolta che si è protratta per circa due ore e che ha fatto scattare il protocollo di sicurezza, coordinato dal prefetto Paola Spena e dal questore Nicolino Pepe. Il perimetro del carcere è stato blindato dalle forze dell'ordine. Chiusa al traffico la strada di accesso alla casa circondariale. In azione diverse pattuglie di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza con decine di uomini in divisa e in borghese che hanno circondato l'area esterna al penitenziario per scongiurare eventuali evasioni e per garantire l'incolumità pubblica.
In azione anche i nuclei antisommossa
. È stata poi l'azione di mediazione della direttrice Concetta Felaco a rivelarsi provvidenziale per placare gli animi. Oltre ai due binari di indagine, quello interno e quello della Procura, anche la politica vuole vederci chiaro. Il deputato del Pd, Toni Ricciardi, ha presentato un'interrogazione a risposta in commissione al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Ricciardi evidenzia che la direzione e i sindacati di polizia penitenziaria da tempo hanno chiesto «al Dap provvedimenti utili a fronteggiare le gravi misure criticità del carcere irpino». Quindi una critica al ministro, il quale «intervenendo sulla rivolta ha ribadito ancora una volta che "il tema delle carceri è una priorità assoluta di questo Governo", ma i fatti ci riportano, per il momento, solo ad una totale inerzia e, soprattutto, ai gravi tagli che la legge di bilancio per il 2023 ha introdotto, in modo assolutamente contradditorio e dannoso per l'intero sistema, per il personale penitenziario». Ricciardi chiede a Nordio «quali provvedimenti immediati ed efficaci intenda adottare al fine di fronteggiare la situazione, mettere in sicurezza l'istituto e fornire concreto supporto al personale della casa circondariale, nonché se non ritenga di dover ripristinare e incrementare le risorse finanziarie relative al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e al Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità tagliate con la manovra di bilancio».