Campania. Bolletta choc da 30mila euro, ma era un errore

Campania. Bolletta choc da 30mila euro, ma era un errore
di Boris Ambrosone
Mercoledì 1 Aprile 2015, 13:59 - Ultimo agg. 14:00
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Una bolletta da capogiro, non solo per l'importo, ma per gli effetti collaterali che ha avuto sulla salute dell'utente di Avellino che si è visto recapitare un conto di oltre 30 mila euro dalla società Eni-Power.

Protagonista della vicenda che ha del risibile, se non fosse per i disagi e le perdite di tempo inevitabili per istruire le pratiche di ricorso, è Antonello Di Guglielmo, che si è visto addebitare il conto, in termini di vecchie lire, addirittura milionario. «Inizialmente - afferma Di Guglielmo – ero rimasto sconsolato, pensando ad una somma di 3 mila euro, tra la bolletta di lettura e quella di conguaglio, che in un semestre invernale è comunque spropositata ma ci può stare. Poi ad una più attenta lettura ho rischiato un vero e proprio coccolone, perché i soldi da sborsare ammontavano ai guadagni annui di un lavoratore medio».



Un conto incompatibile per una famiglia di 4 persone che risiede in un appartamento di 150 metri quadrati. Un consumo da raggiungere, anche volendo ricreare con l'ausilio dei riscaldamenti un microclima giamaicano con tanto di palme e moijto per tutto l'inverno. «Nemmeno un albergo a cinque piani – commenta adesso divertito, ma non senza indignazione Di Guglielmo – potrebbe effettuare questi consumi. Io capisco che il sistema di emissione delle fatture sia completamente meccanizzato, ma non capisco perché una società così importante di livello nazionale non abbia un sistema di alert che segnali in tempo reale le incongruenze tra il conto dei consumi e la tipologia di utenza, in modo da evitare all'utente lo spavento e poi il disagio, ma soprattutto la pessima figura alla società erogatrice».



La beffa, inoltre, si completa con la specificità del caso. Per Antonello Di Guglielmo, infatti, la fattura e l'annessa bolletta sarebbe stata l'ultima, perché ha cessato il rapporto con l'azienda titolare del servizio, passando ad altro gestore già da diversi mesi. Pertanto quella recapitata costituiva la lettura di cessazione, pari a 14.572 metri cubi, mentre il contatore dell'uomo, opportunamente certificato, fa segnare un conto complessivo di 1.348 metri cubi, in buona parte già saldati con le precedenti bollette e letture.



Per fortuna, Di Guglielmo non è incorso per questa volta nei frequenti ritardi nella consegna della posta ed ha potuto attivare tutte le procedure di tutela in tempo utile per arrestare il procedimento. «Adesso ci rido su ma ho vissuti momenti angosciosi – afferma Di Guglielmo – anche perché non capisco cosa sarebbe successo in caso di domiciliazione bancaria della bolletta con addebito diretto su conto corrente, anche perché quando devono ricevere i pagamenti le società che erogano i servizi sono particolarmente temerarie e vengono tutelate dalla legge con l'applicazione delle procedure di morosità, mentre gli utenti sono sempre bistrattati e costretti a rincorrere gli errori dei gestori. Oltre alla revisione del conto – conclude – mi aspetto delle scuse che certamente non ripagano dell'errore, ma almeno potrebbero addolcire la vicenda».
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