Padre e figlia bruciati vivi in auto: «La mamma ha cercato di salvarli»

Padre e figlia bruciati vivi in auto: «La mamma ha cercato di salvarli»
di NIcola Diluiso
Lunedì 16 Settembre 2019, 11:03 - Ultimo agg. 17 Settembre, 07:18
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«Ha provato in tutti i modi a salvare la sua Nicole andando incontro alla morte. Ma quando le fiamme hanno dapprima bruciato una ciocca di capelli ed avvolto un braccio ed in parte il suo viso si è dovuta arrendere. Un destino crudele, se vogliamo, è toccato a Consiglia: vedere morire, senza nulla poter fare, marito e figlia». A parlare - sconvolta e con la voce tremante - è la zia di Giuseppe Pennacchio, Angela Rigillo, moglie di Michele Rinaldi, zio materno del giovane idraulico. I due gestiscono il centro residenza per anziani Cuor di Gesù alle porte di San Sossio Baronia, dove lo scorso mese Giuseppe, con la moglie Consiglia La Malva e le due figlie, ha trascorso alcuni giorni di vacanza.
 
«Lo choc è tanto, per tutti noi. Ad agosto Giuseppe ci aveva comunicato con entusiasmo che a novembre avrebbero battezzato la figlia piccola di quattro mesi», ricorda la signora. Emigrato da anni nel Torinese, Giuseppe e la sua consorte hanno da sempre mantenuto vivo il legame con la terra d'origine. Come ricorda il sindaco Giovanni Contardi, ed in particolar modo il consigliere di maggioranza Raffaele Pennacchio, amico di Giuseppe: «Perdere un amico è sempre un dolore. Ma quando le circostanze si consumano in questi termini allora la ferita è ancora più profonda».

Non più di due settimane fa l'ultima volta i due si sono visti. «Giuseppe veniva a San Sossio appena poteva, diciamo che ad ogni festa comandata era qui tra gli amici ed in particolar modo al fianco di sua madre, la signora Nicolina Rinaldi. Era un ragazzo umile, e che dispensava sorrisi a tutti. Dai suoi occhi traspariva la voglia di vivere. Personalmente lo conoscevo da quando eravamo fanciulli. Giuseppe ha frequentato le scuole dell'obbligo qui e poi si è trasferito in provincia di Treviso come lavoratore dipendente presso un'azienda del settore termoidraulico. In una trasferta a Torino conobbe Consiglia che guarda caso è anch'essa originaria del nostro comune».

Al vaglio la possibilità da parte dell'amministrazione comunale di indire una giornata di lutto cittadino. Altri amici lo ricordano: «Abbiamo trascorso qualche ora insieme lo scorso 25 agosto in occasione delle festività Patronali di San Francesco Saverio e San Rocco. E come sempre siamo stati in serenità ed allegria».
A testimoniare il forte legame con la terra d'origine anche la scelta di sposarsi a San Sossio Baronia, una decina di anni fa. Il sacramento del matrimonio lo ricorda l'allora parroco del paese della Baronia don Claudio Lettieri: «Nella mia memoria è vivo il ricordo di un ragazzo tanto legato alla sua famiglia ed alla sua comunità di origine. In questo momento di forte dolore ed indescrivibile sconcerto per le dinamiche dell'incidente non possiamo che manifestare la nostra vicinanza con la preghiera e con il cordoglio. In particolare verso la mamma Nicolina, donna esemplare, proprio come i buoni principi che ha saputo trasferire, insieme al suo compianto marito Vito, ai suoi figli Gerardo, Mario, Antonietta, Franca e Giuseppe, appunto».
 
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