Il deputato dem Toni Ricciardi:
«Cabina di regia per aiutare i borghi»

Il deputato dem Toni Ricciardi: «Cabina di regia per aiutare i borghi»
di Luigi Basile
Domenica 9 Ottobre 2022, 11:52 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 14:29
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«Il Pd dovrebbe smetterla di autoflagellarsi. Va ritrovato il senso di un percorso. Lo scollamento con la base sociale si è consumato già diversi anni fa. La mia più grande delusione sarebbe comprendere, da qui ad un anno, di non essere riuscito a dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi». È quanto ha affermato Toni Ricciardi, neodeputato dem, irpino di Castelfranci, docente di storia delle migrazioni a Ginevra ed eletto nella circoscrizione Esteri-Europa, ieri mattina, durante la conferenza stampa a via Tagliamento. Al suo fianco, il segretario provinciale del Pd, Nello Pizza, e la coordinatrice dell'esecutivo del partito, Enza Ambrosone.

All'appuntamento erano presenti Carlo Iannace, medico ed ex candidato al Senato, l'ex senatore Enzo De Luca, i vicesegretari provinciali del Pd Giuseppe Di Guglielmo e Vittorio Ciarcia, il responsabile provinciale Enti locali dei Democratici, Vanni Chieffo, il presidente del Parco del Partenio, Franco Iovino, e l'ex amministratore dell'Alto Calore, Lello De Stefano. «Abbiamo perso le elezioni - ha proseguito Ricciardi - ma i dati vanno analizzati con lucidità.

Ci sono molti cittadini che si riconoscono nel nostro simbolo. Non significa che non abbiamo commesso errori, ma che bisogna lavorare sugli obiettivi strategici. Altre forze politiche come il M5s hanno dimezzato i consensi». Rispetto alla situazione in Irpinia, il parlamentare non ha dubbi: «Il partito c'è. Abbiamo rappresentanti istituzionali che sono un riferimento per il territorio. Si sta lavorando alla riorganizzazione del Pd ed io proverò a dare una mano a proseguire questo faticoso cammino».

In generale, però, sul futuro del Pd, si pongono degli interrogativi: «A chi parla il partito? Quali sono i segmenti della società che vogliamo rappresentare? Raccogliamo le istanze dei precari, dei lavoratori poveri, che prendono uno stipendio, ma non riescono ad andare avanti, perché è drasticamente diminuito il potere d'acquisto del loro stipendio? Dobbiamo dare risposte a queste domande. Servono proposte concrete, per le persone in carne ed ossa. Non ci sono solo gli scenari internazionali, la finanza pubblica, le alleanze, ma anche e soprattutto i cittadini con i loro bisogni». Non è mancato, quindi, un riferimento al reddito di cittadinanza: «Si è aperto un dibattito assurdo ed inutile. Strumenti simili sono presenti in tutta Europa e nessuno li mette in discussione, perché è compito della politica e delle istituzioni trovare soluzioni alle difficoltà delle fasce più fragili della popolazione. È grazie a questo supporto che diverse persone e famiglie riescono ad andare avanti e a non scivolare nella marginalità. Anche in Irpinia. Storie vere che conosco da vicino».

Ricciardi ha poi risposto a chi gli ha chiesto da dove bisogna ripartire per rilanciare le aree interne: «Dall'analisi dei problemi, sapendo che non siamo un'isola fuori dal mondo. Lo spopolamento, la desertificazione sociale, la penuria di servizi essenziali investono anche altri territori, in Italia e in Europa. Possiamo tornare a contare se sappiamo inscrivere le nostre questioni in un quadro più largo, trovando così convergenze, per mettere in campo interventi mirati ed adeguati».

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Di qui un riferimento al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: «È una sfida importante, ma non si può ignorare che la maggior parte delle piccole amministrazioni locali non hanno le strutture tecniche per l'elaborazione di proposte progettuali. È necessario perciò dotarsi di una cabina di regia, una sorta di Cassa del Mezzogiorno dei primi tempi. Altrimenti non si va avanti, si spreca un'occasione. L'ho detto anche al segretario nazionale, Enrico Letta e alla direzione del partito».

Sul percorso congressuale, appena cominciato, Ricciardi ha espresso, non senza cautela, la propria posizione: «Più che di identità, termine che non mi piace, che e è in continua evoluzione, parlerei di valori condivisi e riconoscibili all'esterno. Ma il nodo da sciogliere non è quello delle correnti interne. Pensare di cancellarle è un'illusione, soprattutto in un partito con sensibilità differenti. È però proprio questo il nostro punto di forza, se riusciamo a raggiungere una sintesi politica».

Il deputato irpino ha quindi evidenziato il suo percorso personale: «Ci sono due modi di far politica: prendere l'ascensore e salire velocemente o salire le scale, un gradino per volta. Ed è ciò che ho fatto io». 

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