Antonio, morto di infarto al parco
Il giudice ha chiesto l'autopsia

Antonio, morto di infarto al parco Il giudice ha chiesto l'autopsia
di Paola De Stasio
Domenica 10 Luglio 2016, 10:21
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 S.Angelo dei Lombardi. Non tornerà a Sant'Angelo prima di martedì o addirittura mercoledì la salma di Antonio Castellano, il ragazzino morto per infarto all' Isola Verde di Pontecagnano. Trascorreranno ancora giorni, che non serviranno a diluire un dolore così grande, ma ne prolungheranno lo strazio. I tempi della procedura giudiziaria non prevedono deroghe. Neppure se si tratta della morte per arresto cardiaco di un ragazzino di 14 anni, neppure se ci sono pochi dubbi da sciogliere sul decesso, neppure se c'è un intero paese ad aspettarlo per dargli l'ultimo saluto e farlo riposare in pace. Antonio dovrà restare ancora nell'obitorio dell'ospedale salernitano «Ruggi D'Aragona», la Procura della Repubblica ha disposto l'autopsia sul suo corpo. Dal momento che c'è un fine settimana di mezzo, tutto si blocca, si ferma. Soltanto lunedì verrà programmato l'esame autoptico. Molto probabilmente tra martedì e mercoledì.

E solo dopo la salma sarà restituita alla famiglia e si potranno celebrare i funerali. Antonio non viene mai lasciato solo a Salerno, c'è la sua mamma devastata dal più insopportabile ed innaturale dei dolori, che non riesce a staccarsi da lui, i parenti, gli amici provati, frastornati, increduli, erano andati al parco acquatico per divertirsi ed invece hanno fatto un incontro ravvicinato con la morte. Il cuore di tanti ragazzini è a lutto per la morte di Antonio, e lo testimoniano e lo esternano con i messaggi sui social e con un logo che è diventato l'immagine dei profili facebook e whatsapp: una stella bianca con all'interno un fiocco nero. Anche alcuni calciatori hanno lasciato un messaggio sulla sua bacheca, era un appassionato di calcio. Tifava Inter, l'Avellino e la squadra di Sant'Angelo, ma si interessava di tutte le squadre. Giocava anche lui, con i suoi amici. Soprattutto nei pomeriggi estivi ricorrendo la palla e tirando calci al pallone, come tutti i ragazzi del mondo, facendo tremare vetrate e scuotendo dalle pennichelle adulti e anziani.

Lui, il più esile, il più mingherlino, un campione di simpatia, un leader per i compagni. Un piacere vederlo, incontrarlo, con quel viso dolce e vispo, lo spirito adolescenziale che sprizzava da tutti i pori. Il sorriso e l'entusiasmo contagioso, nonostante la vita gli avesse fatto conoscere prematuramente il dolore e l'assenza con la morte del padre Luciano. Da quel momento è come se l'avessero adottato un po' tutti in paese.
 
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