Sindacati all'attacco: «Stanno svendendo lo stabilimento Iia»

Riparte la mobilitazione dei lavoratori

La protesta al Ministero
La protesta al Ministero
di Michele De Leo
Venerdì 26 Aprile 2024, 08:46
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L'ennesima trasferta romana avrebbe dovuto rappresentare, nelle intenzioni, una tappa di avvicinamento al definitivo decollo del progetto di polo unico di produzione degli autobus. Invece, le parole del consigliere del Ministro per le politiche e gli interventi in materia di riconversione industriale, Giampietro Castano hanno provocato una reazione di rabbia dei lavoratori che, già nei prossimi giorni, potrebbero annunciare e mettere in campo nuove iniziative di protesta.

Sul tavolo sembra essere rimasta la sola manifestazione di interesse del gruppo Seri per l'ingresso nel capitale sociale.

Una proposta che sindacati e lavoratori respingono sempre con grande fermezza. Sul territorio continua ad esserci molto fermento. Le organizzazioni di categoria hanno confermato la valutazione espressa subito dopo il confronto con il consigliere del Ministro e ribadiscono che «la situazione è peggiore di quella che immaginavamo».

Per questo, potrebbe essere ormai imminente la ripresa della mobilitazione in attesa del confronto ministeriale del prossimo 23 maggio. Sul banco degli imputati finiscono il Governo e la politica locale.

«L'Esecutivo di Giorgia Meloni evidenzia il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Morsa - sta trattando la cessione dell'unica azienda italiana specializzata nella produzione di autobus per il trasporto pubblico come un saldo di fine stagione: viene presa in considerazione l'offerta di un imprenditore che non è nella condizione di gestire una società così importante e una produzione strategica per il Paese». Morsa attacca i vertici del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che «hanno giudicato non congrua la proposta avanzata dalla cordata con Maurizio Stirpe e Valerio Gruppioni, contravvenendo agli impegni assunti con sindacato e lavoratori».

Il segretario della Fiom Cgil fa riferimento alla rassicurazione arrivata nel corso dell'ultimo incontro del tavolo di crisi sulla vertenza secondo la quale «ogni decisione sarà assunta solo dopo una valutazione generale da parte di tutti i soggetti interessati». Appare paradossale, peraltro, che i diretti interessati, al pari di sindacati e lavoratori non conoscano i motivi per i quali solo una delle due manifestazioni di interesse è stata giudicata congrua.

«Da quanto emerge aggiunge Morsa appare chiaro che le valutazioni non sono state effettuate sulla scorta delle proposte industriali, ma su altri indicatori che, peraltro, non conosciamo neppure». Per questo, lancia un nuovo appello al Governo che «non ha molte strade da percorrere, se non quella di rimanere all'interno della società e provvedere al suo rilancio industriale ed occupazionale. Invitalia non può mettere altri 120 milioni nelle mani di chi presenta irrealizzabili libri dei sogni ma, in realtà, è affascinato solo da speculazioni edilizie».

Dal sindacato non mancano invettive anche nei confronti della deputazione nazionale e regionale eletta in Irpinia «scomparsa del tutto dalla vertenza» - e delle istituzioni locali. «Questa partita evidenzia il segretario della Uilm Gaetano Altieri si vince solo con il sostegno di tutto il territorio, dell'intera provincia. A Roma erano presenti i sindaci di Mirabella e Grottaminarda e il vicesindaco di Flumeri per una questione che non riguarda la sola valle dell'Ufita: il rilancio della Industria Italiana Autobus può fare da traino alla ripresa del settore industriale dell'intera provincia».

E ancora: «La politica e le istituzioni non possono rimanere a guardare. Gli ultimi accadimenti dimostrano, senza ombra di smentita, che i lavoratori hanno solo il sindacato al loro fianco. L'auspicio è che i nostri rappresentanti si sveglino prima che sia troppo tardi e prima che questa provincia perda un'ulteriore occasione di un rilancio vero».

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