Benevento, altro rogo in Valle Caudina: nel mirino villa di imprenditore

Benevento, altro rogo in Valle Caudina: nel mirino villa di imprenditore
di Andrea Ferraro
Sabato 19 Luglio 2014, 23:03 - Ultimo agg. 20 Luglio, 10:53
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Benevento. Un altro raid, altre fiamme.

Sempre in Valle Caudina, ancora a Montesarchio. Per la diciassettesima volta dall’inizio dell’anno. Questa volta niente auto, nel mirino è finito il portoncino d’ingresso di una villa in ristrutturazione di proprietà di Biagio Silvio Mataluni, imprenditore ventottenne dell’omonimo oleificio e figlio del presidente di Confindustria Benevento, Biagio.



Le fiamme sono state appiccate, poco dopo le 4.30 dell’altra notte, in via san Rocco, poco distante da via San Giuseppe, dove lo scorso 9 marzo prese fuoco una Fiat Bravo utilizzata da Enzo Mataluni, consigliere comunale a Palazzo San Francesco e fratello del leader degli industriali beneventani.



L’auto era intestata alla ditta di famiglia, di cui è amministratore delegato (il propagarsi delle fiamme danneggiò anche la vettura di un pensionato). Il politico ipotizzò un corto circuito e disse di non aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive. La stessa versione che ieri, ai carabinieri della Compagnia di Montesarchio, ha fornito il giovane imprenditore, che, tra l’altro, riveste la carica di presidente della locale squadra di calcio, iscritta al campionato di Promozione.



I risultati delle prime indagini, infatti, spiegano al comando provinciale, fanno ritenere improbabile che il gesto possa essere riconducibile all’ambiente lavorativo dell’imprenditore. Agli inquirenti appare più verosimile che l’episodio sia maturato nell’ambito privato. S’indaga anche sul mondo che gravita attorno alla squadra di calcio.





Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Bonea e i carabinieri. Lievi i danni ma adesso la situazione comincia a preoccupare la popolazione.



Appena la settimana scorsa, era la notte tra giovedì e venerdì, fu incendiata una Fiat Panda, vecchio modello, di una docente di 46 anni, Maria Tangredi, giornalista pubblicista e collaboratrice de «Il Mattino». Le fiamme furono appiccate, un quarto d’ora prima dell’una di notte, in una traversa di via Vitulanese. Accertata la natura dolosa, i militari hanno indirizzato, come scritto in una nota del comando provinciale, le indagini nell’ambito della sfera privata. Escluse, infatti, connessioni con l’ambiente professionale. Tangredi ai carabinieri ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce o intimidazioni legate al suo lavoro di insegnante e all’attività di pubblicista. La caccia al piromane, o ai piromani, è ancora aperta.



L’escalation di roghi, dunque, continua. Quasi una ventina gli episodi registrati dall’inizio dell’anno nella sola Valle Caudina. Per la precisione diciassette: 12 a Montesarchio, 3 ad Airola e 2 a Bonea. Eterogeneo il target delle vittime: dall’imprenditore al commerciante; dall’agente di polizia municipale all’autotrasportatore; dalla casalinga al pensionato; dall’operaio al disoccupato. E nell’elenco c’è anche un parroco. Quello di Bonea. A don Giovanni Umberto Mastronardi, a febbraio, venne incendiata la Fiat Bravo, parcheggiata nella piazza dove insiste la parrocchia.



La fascia oraria in cui si è concentrato il maggior numero di roghi, per alcuni dei quali l’ipotesi è stata quella di un corto circuito (ma francamente risulta difficile pensare a una concentrazione solo nella Valle Caudina), è compresa tra le tre e le quattro di notte.
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