Benevento. Rumeno indagato per la morte di Maria, interrogatorio fiume nel corso della notte

Benevento. Rumeno indagato per la morte di Maria, interrogatorio fiume nel corso della notte
di Enrico Marra
Giovedì 23 Giugno 2016, 09:00 - Ultimo agg. 09:07
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 Caccia all'omicida della piccola Maria trovata morta nella piscina di un casale utilizzato come ristorante a San Salvatore Telesino. Un indagato ed un'autopsia non hanno portato ancora certezze ma solo ipotesi. Per Ris e carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita, un'altra giornata di indagini per ricostruire una tragedia che presenta molti lati inquietanti. L'autopsia infatti ha portato alcuni elementi che ora gli inquirenti stanno sviluppando. Il primo nodo da sciogliere riguarda la violenza sessuale subita dalla bambina. Si attendono i risultati dei tamponi prelevati dai medici legali Claudio Buccelli e Monica Fonzo, per verificarne entità e date in cui sono avvenute le violenze. Infatti la violenza potrebbe essersi verificata già in passato.

Ma ciò è in contrasto con quanto sin dal primo momento hanno sostenuto i genitori sul conto della figlia. «Maria era una bambina che non dava preoccupazioni. Si allontanava da casa sempre per pochi minuti. Poi faceva ritorno nella sua abitazione» hanno affermato padre e madre. Ed ieri il procuratore della Repubblica Giovanni Conzo, il sostituto procuratore Maria Scamarcio e i carabinieri diretti dal maggiore Alfredo Zerella, hanno interrogato per l'intera giornata i genitori della bambina per ricostruire la via dela bambina. In precedenza i genitori avevano già sostenuto che domenica scorsa il comportamento di Maria non si è differenziato dagli altri giorni. Infatti è uscita da casa intorno alle 19 ha incontrato il giovane finito indagato ha fatto tappa in chiesa e quindi è tornata a casa. Qui ha cenato poi è uscita dicendo che sarebbe tornata in chiesa per verificare se si sarebbe tenuta la processione. Poi intorno alle 20,30 si sono perse le tracce. I genitori hanno sempre sostenuto che nulla nei comportamenti della figlia poteva suscitare apprensioni.

Era solita intrattenersi sempre con dei coetanei ad eccezione dell'indagato Daniel Ciocan che era l'unico ad avere 21 anni, con cui il rapporto di amicizia però coinvolgeva gli stessi genitori. E ieri sera i magistrati ed i carabinieri hanno voluto di nuovo interrogare il giovane rumeno «per fornire delle precisazioni», presente il suo difensore Giuseppe Maturo. Ascoltati anche i familiari del rumeno. Ma ieri hanno continuato ad operare i Ris dei carabinieri provenienti da Roma con sopralluoghi nelle abitazioni dell'indagato, presso il casale dove è stato trovato il corpo della bambina nella piscina e sull'auto Polo che è stata guidata dal giovane rumeno ventunenne finito indagato. Inoltre nella giornata di martedì i Ris hanno anche preso parte ad un vertice che si è tenuto in Procura, e poi all'autopsia che si è svolta presso la sala mortuaria dell'ospedale «Rummo».

Un dossier San Salvatore Telesino molto ampio quindi con prelievi molto dettagliati e che potrebbero risultare decisivi per ciò che riguarda l'individuazione del Dna per risalire all'omicida come è avvenuto in recenti casi di cronaca. Al vaglio degli inquirenti anche i quaderni della bambina. Ad un primo esame nulla che possa far pensare a violenze o ad altre torbide situazioni. Disegni molto semplici, tenuto conto che la bambina frequentava la terza classe, nonostante i dieci anni ciò per le difficoltà della lingua nel momento in cui era venuta due anni fa a San Salvatore Telesino dalla Romania. Ora questi quaderni sono passati al vaglio di psicologi per ulteriori approfondimenti, alla ricerca di elementi utili per ricostruire la personalità di questa bambina che appare molto complessa. Un'indagine comunque, tenuto conto del dispiegamento di forze destinata a tempi brevi.
 
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