Benevento, donna uccisa: venerdì l'autopsia sul corpo di Marcella

Benevento, donna uccisa: venerdì l'autopsia sul corpo di Marcella
di Enrico Marra
Martedì 24 Marzo 2015, 21:48 - Ultimo agg. 25 Marzo, 07:19
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Benevento. Venerdì sera sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Marcella Caruso. Dovrà stabilire quali dei colpi ricevuti con un’arma da taglio, un taglierino, e un forchettone acuminato, ne hanno causato la morte, nella sua casa alla via San Rocco di Foglianise.



Un accertamento essenziale per un giallo che al di là delle apparenze con la morte della donna e del presunto accoltellatore riserva ancora molti aspetti oscuri. L’incarico di effettuare l’autopsia è stato affidato ieri, nella tarda mattina, dal sostituto procuratore della Repubblica Marialia Capitanio che coordina le indagini su questo delitto, al medico legale Monica Fonzo.



Un conferimento d’incarico che si ripeterà questa mattina per assegnare allo steso medico legale l’autopsia sul corpo del tipografo Antonio Tedino. Anche per Tedino il medico legale dovrà rispondere a una serie di quesiti tenuto conto che è stato rinvenuto cadavere in un pozzo. Il magistrato ha anche deciso che la liberazione delle due salme si avrà solo quando saranno state completate entrambe le autopsie.



Gli inquirenti, tra cui i carabinieri della stazione di Vitulano e della Compagnia di Montesarchio, in queste ore hanno ottenuto dal gestore i tabulati telefonici e stanno ricostruendo le telefonate intercorse nelle ore precedenti il delitto tra Antonio Tedino e Marcella Caruso.



Soprattutto, la telefonata che è giunta al tipografo mentre era al lavoro nella tipografia. Una telefonata che a dire dei titolari della ditta ha letteralmente prostrato il dipendente.



Un altro aspetto che è venuto fuori nel corso degli interrogatori sono le difficoltà che si erano già determinate nella conduzione della cartolibreria. Gli incassi lasciavano a desiderare ma c’erano diversità anche nel modo di condurre l’attività commerciale. Marcella Caruso procedeva ad acquisti molto variegati mentre Cinzia Naso, moglie di Antonio Tedino, tenuto conto anche delle mancate vendite, sarebbe stata più parca nell’approntare gli ordinativi della merce.



Divergenza che in ogni caso non possono aver portato a un delitto ma, possono spiegare un clima di tensione esistente. I familiari di Antonio Tedino hanno chiesto alla Procura della Repubblica, tramite il loro legale Giancarlo Caporaso, un approfondimento sulle condizioni in cui si trovava il pozzo dove è stato trovato il cadavere del tipografo.



Gli inquirenti ritengono che al meno di eventi sconvolgenti provenienti dall’autopsia, le modalità del ritrovamento fanno ritenere che l’uomo si è ucciso gettandosi in quel pozzo dopo aver scavalcato il muro di cinta di circa quaranta centimetri e rimosso la grata che lo ricopriva. L’uomo presentava un colpo al capo frutto dell’impatto contro il muro del pozzo ed era inginocchiato sul fondo. Nel pozzo c’era dell’acqua tirata fuori con delle apparecchiature dai vigili del fuoco.
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