Benevento, polveri sottili e biossido: peggiora il mal d'aria

Benevento, polveri sottili e biossido: peggiora il mal d'aria
di Maria Sara Pedicini
Lunedì 27 Ottobre 2014, 23:21 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 08:23
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Benevento. Se lo stato di salute dell’ambiente, a Benevento, è lievemente migliore della media nazionale, è soprattutto per merito dell’Asia e dei cittadini che osservano in modo scrupoloso le regole della differenziata.

Ed è anche un po’ ”colpa” della crisi, che ci fa acquistare (e buttare via) meno cose, e consumare meno elettricità. Sono, questi, alcuni dei dati che emergono dall’edizione 2014 di ”Ecosistema urbano”, la pagella stilata da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia, divulgata ieri dal ”Sole 24 Ore”.



Rispetto allo scorso anno è stata abbandonata, nella classifica generale e in alcune delle sub-classifiche, la distinzione tra città grandi, medie e piccole. Benevento nel 2013, con il 48,76% del punteggio massimo ottenibile, era al 22° posto su 45 in quest’ultima categoria; quest’anno è invece al 59° posto nella classifica generale con il 50,63% del punteggio massimo. C’è stato un lieve miglioramento, dunque, legato soprattutto all’assortimento dei 18 indicatori selezionati: 3 indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), 3 sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), 2 sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), 2 sul trasporto pubblico (l’offerta e l’uso che ne fa la popolazione), 5 sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), 1 sull’incidentalità stradale, 2 sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili).



Il dato migliore, un po’ a sorpresa, è quello relativo si sinistri stradali: secondo i dati Istat/Aci nel 2012 a Benevento non vi sarebbero stati incidenti con vittime. Per il capoluogo primo posto, a pari merito con altre 11 città, anche nella classifica relativa agli ”sforamenti” della soglia critica di ozono: nel 2013 non ve ne sarebbero stati, mentre nel 2012 erano stati 7. L’altra faccia della medaglia, però, è l’ultimo posto nella classifica relativa alle polveri sottili: la città per il 2013 ha conquistato il record negativo in Italia con una media di 47,1 microgrammo per metro cubo (nel 2012 si era ”fermato” un po’ oltre i 43 microgrammi), e per il 2014, stando a quanto rilevano le centraline dell’Arpac, è probabile una replica.



Rispetto all’edizione 2013, poi, appare in preoccupante aumento la quantità di emissioni di biossido di azoto: il dato medio era stato di 25,7 microgrammi per mc nel 2012, ed è salito a 39,4 nel 2013. Stabilmente negativo il dato relativo alla depurazione, tanto da far guadagnare a Benevento una ”menzione speciale” nel rapporto di Legambiente, come uno dei quattro comuni italiani in cui meno della metà della popolazione è servita da un depuratore.

Nel 2013 gli impianti cittadini avrebbero trattato il 21% delle acque reflue, esattamente la stessa percentuale ”dichiarata” nel 2012, e questa non è certo una sorpresa visto che i progetti dell’amministrazione da allora sono rimasti, appunto, allo stato di progetti.



La città continua inoltre a scontare gli effetti della vetustà delle rete idrica, con il 44% delle acque immesse nella rete che, nel 2013, è fuoriuscito dalle innumerevoli falle delle tubature e dei giunti prima di poter essere consumata per usi civili, industriali e agricoli. Anche in questo caso si registra un lieve peggioramento rispetto ai dati del precedente rapporto di Legambiente, quando lo spreco si era fermato al 41%.



Dulcis in fundo, però, gli indicatori ”pesanti” che salvano la classifica, quelli relativi ai rifiuti. Per quanto riguarda la differenziata, nel 2013 Benevento si è portata ad un’incollatura dalla fatidica soglia del 65% (fermandosi al 64,6%), mentre nel 2012 si era fermata al 63%. Relativamente bassa (ma in aumento rispetto al 2012) anche la produzione pro capite di rifiuti: 407,2 chili nel 2013, contro i 395,8 dell’anno precedente). Beneventani piuttosto parchi anche nel consumo di energia per usi domestici: nel 2012 ognuno ha consumato 982 kwh, il decimo valore più virtuoso in Italia.

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