Attore e regista teatrale accoltellato: domani l'interrogatorio del brasiliano: «Ma il vero aggressore è in fuga»

Attore e regista teatrale accoltellato: domani l'interrogatorio del brasiliano: «Ma il vero aggressore è in fuga»
di Gigi Di Fiore
Domenica 6 Agosto 2017, 17:08 - Ultimo agg. 8 Agosto, 09:11
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Ha rischiato la vita. E ora, Roberto Azzurro, attore e regista 53enne napoletano, si trova all'ospedale Rummo ancora con prognosi riservata. Gli hanno ricucito, dopo un lungo intervento, le ferite da taglio alla gola, al torace, al dorso e sulle gambe. Un'aggressione feroce, che poteva ucciderlo. Un'aggressione dai contorni ancora avvolti nel giallo, su cui indagano i carabinieri del Nucleo operativo del comando provinciale di Benevento, coordinati dalla Procura guidata da Aldo Policastro che ha delegato l'indagine al pm Francesca Saccone. C'è un fermato, rinchiuso nel carcere di Benevento. Si chiama Francisco Paulo Di Silva, 37 anni, cittadino brasiliano a Benevento da due anni per amore della donna con cui vive. Un uomo senza lavoro fisso, che ha avuto saltuarie attività con contratti a termine da artigiano. Convive con una beneventana, con cui ha anche due figli. Gli inquirenti lo accusano di tentato omicidio, rapina e sequestro di persona. E domani si terrà l'udienza di convalida dinanzi al gip.

Tutto è nebuloso, tutto ha contorni da definire. Pietro Pignatelli, l'amico attore con cui Azzurro porta in giro lo spettacolo sul processo a Oscar Wilde, lo spiega così: «Purtroppo, la gente è matta! Ma Roberto è forte, lo sappiamo e supererà anche questa storiaccia». Una storiaccia, che si apre intorno alle mezzanotte, quando un automobilista chiama i carabinieri e li avverte che, sulla statale Telesina a ridosso dello svincolo di Paupisi, c'è un uomo ferito steso su una piazzola di servizio. È Roberto Azzurro, che viene poi portato in ospedale dopo l'arrivo dei carabinieri e del 118. Fa in tempo a indicare la fuga di qualcuno nella sua auto Daewoo Matiz grigia. I carabinieri lanciano l'allarme e l'auto viene bloccata sulla statale Bifernina dalla Polizia stradale di Campobasso. È già in territorio molisano. A bordo c'è il cittadino brasiliano, che viene portato al Comando provinciale dei carabinieri di Benevento. Qui, viene sentito per sommarie informazioni e la sua convivente gli nomina il difensore: l'avvocato Antonio Bruno Romano.

C'è un uomo in fin di vita e c'è un'aggressione da chiarire. Se ne trovano tracce in una stradina di terra, non asfaltata, subito dopo lo svincolo di Paupisi. È lì che, probabilmente, è avvenuto tutto. Lì, Roberto Azzurro era nella sua auto con qualcuno che lo ha aggredito dopo una discussione. Un luogo isolato, di quelli dove si appartano le coppiette. I carabinieri trovano una pietra insanguinata, probabilmente usata per colpire il regista. Non trovano, però, armi da taglio. «Ci sono ancora tanti punti oscuri da chiarire e speriamo di poterlo fare, con l'interrogatorio dell'indagato all'udienza di convalida» dice il procuratore capo Aldo Policastro.

Francisco Paulo risponde con un italiano stentato, anche se lo capisce bene. Respinge le accuse e avrebbe una sua versione: si trovava in bici sulla Telesina, per rientrare a casa. Avrebbe visto l'aggressione e sarebbe intervenuto a difesa di Roberto Azzurro mettendo in fuga l'aggressore. Poi, impaurito, dopo aver lasciato il regista in vista sulla strada, sarebbe fuggito con la sua auto. 

È una prima versione, tutta da spiegare all'udienza di domani. Di certo, prima della notte maledetta, Roberto Azzurro e Francisco Paulo non si conoscevano. Dai primi accertamenti degli inquirenti non è emerso alcun rapporto o conoscenza precedente, ma saranno anche i tabulati telefonici a doverlo confermare. Una conoscenza di quella notte. Roberto Azzurro vive da poco più di due anni a Benevento. Vive da solo con Manfred, il suo pastore tedesco. Ma a Benevento, in un'altra casa, vivono anche la madre, pensionata, e il fratello. Frequenti sono i suoi spostamenti per spettacoli teatrali. L'ultimo, a fine luglio, al teatro festival di Positano in occasione del premio Annibale Ruccello: Opatapata, rivisitazione della Tempesta di William Shakespeare. 
 

 

Appassionato di cinema, specie dei film di Almodovar, attore di teatro e regista, frequenta poco la cittadina sannita e più i suoi amici nella zona flegrea e a Napoli.

C'è davvero un aggressore fuggito e non individuato, come sostiene l'indagato? Dice l'avvocato Romano: «Non possiamo anticipare elementi che porteremo in udienza dinanzi al gip. Credo che chiederemo la partecipazione di un interprete brasiliano, per poter essere chiari nella versione del nostro assistito in ogni sua sfumatura. Esistono versioni differenti, su cui sarà necessario fare chiarezza».

Diversità di versioni. Roberto Azzurro non è riuscito a fare un interrogatorio pieno, ha parlato a gesti. Ma sarà determinante nell'individuare con certezza chi lo ha aggredito. Tra quello che ha accennato Azzurro e la versione di Francisco Paulo, ci sarebbe differenza anche nella descrizione del luogo preciso dell'aggressione. E poi l'arma da taglio (un coltello, un cacciavite, un punteruolo?) che non si trova e poi il buio sulla Telesina che non renderebbe facile individuare qualcosa dopo lo svincolo di Paupisi.

Secondo un'ipotesi investigativa, tra l'indagato e il regista ci sarebbe stato un incontro da cui sarebbe scaturita una lite, con successiva aggressione.
Una reazione d'impeto dell'indagato, secondo gli inquirenti, per motivi non ancora chiari, che poteva avere conseguenze mortali. E sulla vicenda, prende posizione il direttivo di Arcigay Napoli, esprimendo solidarietà e vicinanza al regista che definisce «da sempre vicino alla comunità lgbt napoletana, attraverso la sua arte e i suoi spettacoli». E aggiunge: «Azzurro ha da sempre sposato la lotta contro l'omofobia ed ogni forma di discriminazione». 

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