Coperta corta per il servizio sulle ambulanze del 118 che, secondo quanto riferiscono gli addetti ai lavori, ha comportato la soppressione di 30 turni a Cerreto Sannita già coperti, per garantirne solo 3 nel mese di aprile a San Giorgio del Sannio, nonostante fossero già stati programmati e sarebbero stati garantiti dai medici disponibili a farlo usufruendo delle ore aggiuntive. Sta di fatto che nella giornata di lunedì, l'ambulanza del Saut di San Giorgio ha viaggiato comunque senza medico a bordo e che il 118 di Cerreto, già senza medico nelle ore notturne, sta viaggiano soltanto con infermiere e autista soccorritore anche di giorno.
Infatti, nonostante sia stata effettuata questa manovra per garantire il turno con medico a San Giorgio, la dottoressa che doveva effettuarlo si è assentata all'improvviso e il mezzo di soccorso è rimasto senza medico perché la pronta disponibilità, che avrebbe consentito di rimpiazzare nell'immediato il medico assente, non è attiva.
Proprio quella sera, tra l'altro, a Calvi si è verificato un grave incidente che ha ridotto un motociclista in codice rosso, attualmente intubato e in rianimazione al «Rummo» per trauma cranico. Sul luogo dell'incidente, poiché l'ambulanza infermieristica di San Giorgio del Sannio era impegnata in un altro intervento, sono arrivate contemporaneamente e in pochi minuti sia l'ambulanza infermieristica che la rianimativa della Croce Rossa da Benevento.
Dura, nel frattempo, la linea di Giovanni Parente, sindaco di Cerreto Sannita, il quale stigmatizza la decisione repentina dell'Asl. «Non si può pensare afferma di risolvere così i problemi, lasciando un'intera comunità con un'ambulanza infermieristica da un momento all'altro. La demedicalizzazione dell'ambulanza, disposta dal primo aprile, ci ha colto di sorpresa perché eravamo certi che avremmo potuto fare affidamento almeno sull'auto medica di supporto nelle ore diurne. Credo che ognuno di noi abbia un ruolo ritagliato in base alla professione che svolge, altrimenti non ci sarebbe motivo di fare un distinguo di ruoli tra un geometra, un ingegnere e un architetto oppure tra un ragioniere e un commercialista, tra un tecnico di laboratorio e un biologo. Altrimenti non so a cosa servirebbe sgobbare per anni dopo il diploma per conseguire la laurea e superare l'esame di stato. L'azienda sanitaria ha pensato di mettere un'ennesima toppa, allargando ancora di più il buco, senza tener conto delle esigenze e delle idee delle comunità che noi sindaci rappresentiamo e che esprimono a noi il loro disappunto per quanto si sta verificando sull'intero territorio».