Benevento, vini «sanniti» prodotti in Bulgaria: scattano nuovi sequestri

Benevento, vini «sanniti» prodotti in Bulgaria: scattano nuovi sequestri
Mercoledì 8 Ottobre 2014, 23:34 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 09:47
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Benevento. Altri blitz, altri sequestri.



Ieri diecimila bottiglie di vino che riportavano sull’etichetta la denominazione Falanghina e Aglianico ma di provenienza bulgara sono state sequestrate nel Salernitano, mentre altre tremila sono state «intercettate» a Ruvo di Puglia, centro della provincia di Bari.



Bottiglie che si aggiungono alle ottantamila trovate e sequestrate in varie città italiane dal Corpo Forestale che sta indagando sul falso vino di qualità prodotto con uva non italiana e fatto spacciare per vino sannita. «Attendiamo che altre bottiglie contenente vino bulgaro spacciato per Aglianico e Falanghina Igp, possano essere trovate», dicono alla Procura della Repubblica, dove l’indagine, portata avanti dalla Forestale, è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Giovanni Tartaglia Polcini, magistrato in partenza per ricoprire un altro incarico a Roma e che prima di lasciare l’ufficio beneventano ha voluto dare il suo apporto a un’indagine finalizzata a scongiurare il pericolo che prodotti con marchio di genuinità siano falsificati.

Il via alle indagini è partito dall’Irpinia, dove una ditta che non operava più ha visto le proprie etichette utilizzate su alcune bottiglie non di sua produzione.



Il personale della Forestale ha cominciato così a risalire alla località dove avveniva l’imbottigliamento trovando una ditta operante nel Sannio. Naturalmente bisognava scoprire anche da dove provenisse il vino imbottigliato. Tenuto conto che negli ultimi anni il quantitativo di vino prodotto nel Sannio anche se di buona qualità e risultato inferiore alle precedenti vendemmie è apparso chiaro che si puntava su vino proveniente da altre nazioni. E l’attenzione della Forestale si è soffermata sulla Bulgaria, da dove, a prezzi stracciati, arrivava vino in diverse località tra cui il Sannio.



Un’attività svolta da più persone, almeno cinque, contro cui si procede per i reati di falso, contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari in concorso tra loro. Tra l’altro questo vino di provenienza diversa da quello attestato sulle etichette veniva in alcuni casi anche venduto al prezzo di 70 centesimi a bottiglia ai grossisti che chiaramente lo rivendevano sul mercato a ben altri prezzi.



Da tener presente che importare vino della Bulgaria non presenta particolare problemi tenuto conto il Paese dell’Est ha una produzione vitivinicola che provvede a reclamizzare via internet con slogan del tipo «c'è un vino bulgaro per soddisfare ogni compratore». Ma chiaramente non si tratta del vino prodotto in terra sannita le cui caratteristiche sono ben diverse e soprattutto sono tutelate da marchi. Insomma nessuna parentela, neppure lontana, con il vino beneventano. Questo vino sequestrato, comunque, non risulta contenere sostanze nocive per la salute sebbene presenti qualità e caratteristiche sostanzialmente diverse da quelle indicate in etichetta con inganno per il consumatore.



Le indagini dell’operazione «Bulgara», condotte dalla Forestale anche con l’ausilio dell’Ispettorato repressione frodi di Napoli, promettono ulteriori sviluppi mentre continuano i blitz nelle località dove si sospetta siano finite altre bottiglie con cui è stata commessa la frode alimentare. Il tutto per tutelare i produttori che operano in modo legale.
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