Bimba morta in piscina. L'indagato Daniel: «Sono innocente, ho paura»

Bimba morta in piscina. L'indagato Daniel: «Sono innocente, ho paura»
Mercoledì 22 Giugno 2016, 19:07 - Ultimo agg. 19:59
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Ho paura di andare in carcere perché sono innocente. A Maria non ho fatto nulla». Lo dice Daniel, il giovane romeno indagato nello studio del suo difensore, avvocato Giuseppe Maturo. Daniel ha ricostruito punto per punto quanto accaduto quella sera affermando che tante persone lo hanno visto dalle 20 a mezzanotte lungo le strade di San Salvatore Telesino e di Telese. 

Daniel non ha graffi sul corpo e questo, secondo quanto afferma lo stesso giovane rumeno indagato per lo stupro e la morte di Maria, la bimba di dieci anni, sua connazionale, trovata morta nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino, dimostrerebbe che non è mai entrato nel resort dove è stato trovato il cadavere. La struttura è protetta da un muro di cinta molto alto e l'unico varco di accesso potrebbe essere un piccolo foro nella rete di recinzione, che non si sa quando é stato praticato. In quel varco, ragiona il difensore di Daniel, l'avvocato Giuseppe Maturo, può passare senza rimanere ferita «solo una persona esile». L'avvocato Maturo fa notare che Daniel non ha graffi che «invece, come ho letto dalla stampa, sono stati evidenziati sul corpo di Maria». 

«Quando ho accompagnato Maria dinanzi alla chiesa era intorno alle 20. Ho visto l'orologio della macchina. E mi hanno visto delle amiche di Maria» dice ancora Daniel. Raggiunto nello studio del suo legale, Daniel ha raccontato che Maria lo avrebbe cercato perché c'era una sua coetanea che la infastidiva. Quindi sarebbero andati insieme a Telese Terme in auto per prendere una sorella di Daniel che lì lavora come badante ma che non avrebbero raggiunto il centro termale a causa dell'intenso traffico provocato dallo svolgimento di una gara podistica. Quindi la decisione di tornare indietro e lasciare Maria dinanzi la chiesa di San Salvatore. «L'unica cosa che mi rimprovero - dice Daniel - è quella di non aver chiamato al telefono il padre per dirgli che la bimba stava con me». 

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