Caccia ai veleni, trovati altri rifiuti tombati nel Sannio

Caccia ai veleni, trovati altri rifiuti tombati nel Sannio
di Giuseppe Piscitelli
Giovedì 20 Novembre 2014, 21:27 - Ultimo agg. 21 Novembre, 09:16
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Benevento. Niente di particolarmente pericoloso e di radioattivo è emerso dagli scavi effettuati ieri mattina a Sant'Agata dei Goti in un altro sito ai confini tra Capellini e Palmentata.



Le operazioni, condotte da Corpo Forestale e Arpac, hanno interessato un'area agricola confinante con l'ex cava Picone, dove erano stati trovati rifiuti tossivi. Ieri sotto terra trovati rifiuti urbani e pneumatici. Tra un paio di settimane si tornerà a scavare in località Presta.



Intanto, ieri è stato un fiume in piena don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano animatore della battaglia civile del movimento per la bonifica della «terra dei fumi e dei veleni», nel corso della presentazione del libro «Non aspettiamo l'Apocalisse», scritto a quattro mani con il giornalista Marco Demarco.



Ha esordito parlando di rifiuti tombati e pentitismo: «I rifiuti tombati se non escono fuori è perché non li si cerca o perché qualcuno non parla. Finora noi andiamo a scavare, in genere, soltanto dove ce lo indicano i pentiti. Purtroppo i pentiti li abbiamo soltanto tra i camorristi. Non abbiano pentiti né tra gli industriali, che hanno fatto questo patto scellerato con la camorra, né tra i politici, che potrebbero pur dire di aver sbagliato. Queste sono le leggi e intorno a queste leggi la gente ci ha costruito un patrimonio per sé e la sua famiglia e ha decretato la morte per gli altri».



Si è soffermato poi sul problema dei rifiuti: «È più grave di quello che si crede. Alcuni minimizzano perché vogliono costruire altri inceneritori. Se il problema sono i rifiuti urbani se ne costruiscono altri, ma se il problema è l'amianto non abbiamo un sistema per smaltirlo. Sono state le industrie del Nord e dell'Europa che per anni hanno sversato illegalmente in Campania. La direttrice è sempre Nord-Sud. Ma non esiste un sistema satellitare per il controllo dei viaggi dei camion di rifiuti. Ogni camion interrato valeva 70 milioni, quanti camion sono giunti in Campania? Con la complicità di tante persone, ma è un errore nascondersi dietro la camorra».



Sugli scavi nel Sannio ha affermato che «si sta verificando l'autenticità della dichirazione del 1998 del boss Carmine Schiavone che indicava esattamente i luoghi dove venivano sepolti i rifiuti tossici, tra cui c'è anche il tetracoloroetano rinvenuto qua. Alcuni dicono che il Sannio non è terra dei fuochi, mah... Io me lo auguro». Si è augurato anche che la legge sull'insaprimento delle pene, ferma al Senato, prosegua il suo iter e che l'Ispra comunichi i dati sui rifiuti industriali, ma soprattutto che ai magistrati siano dati i mezzi per debellare il fenomeno, perché finora la camorra sa che tutto finisce «a tarallucci e vino».



Ai ragazzi del «de' Liguori» che gli hanno chiesto cosa si può fare, don Patriciello ha risposto: «Continuiamo a denunciare, andiamo avanti. Si deve avere la speranza che qualcosa cambi, perché questa terra è la nostra terra».
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