Donna uccisa, i vicini: dalla casa di Marcella neppure un urlo

Donna uccisa, i vicini: dalla casa di Marcella neppure un urlo
di Enrico Marra
Lunedì 23 Marzo 2015, 23:51 - Ultimo agg. 24 Marzo, 08:47
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Benevento. Oggi il conferimento del primo incarico per l’autopsia sul corpo di Marcella Caruso, la donna uccisa giovedì scorso a Foglianise nella sua abitazione di via San Rocco



Domani analogo adempimento per autorizzare l’esame autoptico per il tipografo Antonio Tedino. La decisione di dare il via agli adempimenti per le autopsie è stata presa ieri mattina dal sostituto procuratore della Repubblica Marialia Capitanio, che dal primo momento sta coordinando le indagini sull’omicidio-suicidio.



Entrambe le autopsie saranno fatte entro la settimana dal medico legale Monica Fonzo. «Per motivi di opportunità i due esami autoptici saranno fatti in momenti diversi», dice il magistrato Capitanio, che ieri mattina ha avuto anche un incontro in Procura con alcuni degli inquirenti, per fare il punto sulle indagini che proseguono, tenuto conto che al momento resta da chiarire il motivo per cui Tedino, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe colpito la donna al collo con un forchettone e un taglierino.



Ma in queste ore nelle indagini irrompe un altro elemento. L’avvocato Giancarlo Caporaso, su incarico della moglie di Tedino, Cinzia Naso, socia della vittima con la quale gestiva una cartoleria e ascoltata l’altro giorno dagli inquirenti, e di altri familiari ha prospettato la necessità di procedere a un accertamento sul pozzo di contrada Camparfano dove è stato trovato il corpo senza vita del tipografo.



Una richiesta che in mattinata sarà ufficializzata con un’istanza. In particolare si chiede alla Procura della Repubblica che vengano disposti degli accertamenti per verificare le condizioni di sicurezza di questo pozzo e il quantitativo di acqua che vi era all’interno. Il tutto finalizzato ad accertare se Antonio Tedino si sia gettato volontariamente o vi sia caduto tenuto anche conto che il tipografo, dopo l’incidente con l’auto finita contro un palo non aveva con sé gli occhiali da vista.



Il pozzo, in base ai verbali redatti dai carabinieri della stazione di Vitulano e della Compagnia di Montesarchio, viene catalogato con una profondità di circa sei metri circondato da un muretto di una quarantina di centimetri e ricoperto da una grata. Più vaga la relazione redatta dai vigili del fuoco che si sono limitati a ricostruire il loro arrivo sul posto su segnalazione dei carabinieri, lo svuotamento dell’acqua dal pozzo e l’attesa dell’arrivo del magistrato e del medico legale prima di poter procedere al recupero della salma. I familiari del tipografo sono anche intenzionati a nominare un proprio perito per assistere alle varie fasi dell’autopsia. Una designazione che sarà ufficializzata domani in occasione del conferimento dell’incarico al medico legale individuato dalla Procura.



Intanto, i carabinieri dopo aver ascoltato per due volte la moglie del tipografo, ieri hanno proseguito con l’interrogatorio di altri testi, in particolare i componenti di alcuni nuclei familiari che abitano nell’edificio in cui è avvenuto il delitto e che però non avrebbero udito urla o altri rumori tali da far scattare l’allarme. Si cerca di ricostruire giorno dopo giorno il rapporto tra la vittima e Antonio Tedino, in particolare le ultime ore. Si è in attesa anche dei tabulati delle telefonate perché alcuni testi hanno riferito che quella mattina c’erano state più telefonate dai toni concitati tra i due. L’ipotesi che Marcella Caruso volesse troncare il rapporto con Antonio Tedino non ha trovato conferme.

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