Escalation di roghi d'auto, comitato ad hoc sul caso valle Caudina

Escalation di roghi d'auto, comitato ad hoc sul caso valle Caudina
di Andrea Ferraro
Mercoledì 10 Settembre 2014, 21:48 - Ultimo agg. 11 Settembre, 08:37
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Benevento. Altre due auto in fiamme. Questa volta a provocare gli incendi, o principi d’incendio, a quanto pare, sarebbero stati dei corti circuiti.



Il primo, l’altra notte, è divampato a San Giorgio del Sannio, quasi al confine con Calvi. L’allarme è scattato intorno alle 2.30: a prendere fuoco una Fiat Multipla parcheggiata in via Mazzini. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri. L’altro, ieri mattina nel capoluogo, nella centrale piazza Orsini, dove un principio d’incendio ha danneggiato una Mercedes Classe A parcheggiata poco prima. Le proprietarie delle due auto sono donne.



Ma a preoccupare è l’escalation di incendi che da mesi sta seminando la paura soprattutto in valle Caudina. Dall’inizio di gennaio sono stati 23 i roghi, non solo di auto: 13 a Montesarchio, 4 ad Airola, 3 a Bonea, uno a Bucciano, a Moiano e a Sant'Agata dei Goti. Ventisei le auto distrutte o danneggiate, un carrattrezzi e un container distrutti, due portoni d’ingresso di edifici danneggiati e altrettanti capanni agricoli divorati dalle fiamme.



Un’escalation che ha indotto il prefetto Paola Galeone a convocare per questa mattina, alle 11, un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presso il Comune di Montesarchio. Al Comitato, di cui fanno parte i vertici di tutte le forze dell’ordine operanti sul territorio, sono stati invitati anche i sindaci di Montesarchio, Airola, Arpaia, Bonea, Bucciano, Forchia Paolisi e Sant’Agata dei Goti. Sarà analizzata la recrudescenza di un fenomeno che negli ultimi giorni ha fatto registrare incendi anche nella valle Vitulanese, precisamente a Castelpoto (a fine agosto distrutta l’auto di una casalinga) e a Tocco Caudio (la notte tra lunedì e martedì distrutta la cabina di guida di un autocarro di un’impresa che opera nel comparto del movimento terra).



Eterogeneo il target delle vittime: dall’imprenditore al commerciante; dall’agente di polizia municipale all’autotrasportatore; dalla casalinga al pensionato; dall’operaio al disoccupato; dall’insegnante all’impiegato. E nell’elenco ci sono anche il parroco di Bonea, don Giovanni Umberto Mastronardi, al quale, a febbraio, venne incendiata la Fiat Bravo parcheggiata nella piazza dove insiste la parrocchia, e il sindaco di Bucciano, Domenico Matera, al quale è stata incendiata la Land Rover Evoque parcheggiata davanti alla sua abitazione.



Nell’elenco delle persone colpite compare anche il nome di Enzo Mataluni, consigliere comunale di Montesarchio e fratello del presidente di Confindustria Biagio. Era il 9 marzo quando prese fuoco una Fiat Bravo intestata alla ditta di famiglia che produce olio, di cui è amministratore delegato, nel centro caudino. Il politico ipotizzò un corto circuito. A luglio, invece, le fiamme sono state appiccate all’esterno del portone d’ingresso di un edificio in ristrutturazione dell’imprenditore e presidente del club di calcio di Montesarchio Biagio Silvio Mataluni, figlio 28enne del leader degli industriali. E sempre a Montesarchio, qualche giorno prima, fu data alle fiamme l’auto dell’insegnante Maria Tangredi, giornalista pubblicista e collaboratrice de «Il Mattino» (furono escluse connessioni con l’attività lavorativa). La fascia oraria in cui si è concentrato il maggior numero di roghi, per alcuni dei quali l’ipotesi è stata quella di un corto circuito (solo in Valle Caudina?), è compresa tra le 3 e le 4 di notte.
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