No ai profughi a Vitulano, è bufera
«Non siamo razzisti ma c'è un limite»

No ai profughi a Vitulano, è bufera «Non siamo razzisti ma c'è un limite»
Lunedì 13 Febbraio 2017, 14:04 - Ultimo agg. 19:27
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Ospita ancora due migranti il centro di accoglienza di Vitulano per il quale la Prefettura ha disposto la chiusura. Lo rende noto il sindaco della cittadina sannita, Raffaele Scarinzi, che nei giorni scorsi, attraverso un'ordinanza, ha, di fatto, detto no all'arrivo di altri profughi, chiuso con un cumulo di terra la strada di accesso al centro di accoglienza, un agriturismo, e poi, dopo una trattativa con il prefetto per la riduzione del numero degli arrivi, liberato l'accesso alla struttura successivamente chiusa dalla Prefettura. «Ho interpellato la Prefettura per sapere se questa struttura è rimasta aperta o invece deve essere chiusa, come mi è stato riferito dalla Prefettura», ha riferito il sindaco Scarinzi.

Il prefetto di Benevento, Paola Galeone, ha comunicato al sindacoche i due immigrati presenti nell'agriturismo trasformato in centro di accoglienza non sono in 'carico' alla Prefettura del capoluogo. Il primo cittadino sta cercando di fare luce sulle modalità della presenza dei due migranti e contatterà la cooperativa che gestisce il centro per acquisire informazioni.

«Salvini a Vitulano? Mi fa piacere, lo accoglieremo. Siamo il paese dell'accoglienza eccellente» ha detto il primo cittadino di Vitulano, Raffaele Scarinzi, del Pd, ha commentato le dichiarazioni del leader della Lega e presidente NcS Matteo Salvini, che ha annunciato una sua visita, appena possibile, nel centro del Sannio. «Non siamo razzisti - ha chiarito Scarinzi - ma vogliamo che lo Stato rispetti le regole; ovvero ospitando già un centro Sprar, ovvero un Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, con 30 immigrati non possiamo accoglierne altri sia per rispetto degli stessi immigrati che sono stati i primi a contestare questo trasferimento per i miei concittadini che hanno condiviso la mia presa di posizione».

«Ha fatto bene il nostro sindaco». E ancora, «Non siamo razzisti ma ad ogni cosa c'è un limite»: sono questi i commenti più diffusi nei bar di Vitulano, in provincia di Benevento, dove il sindaco «per far rispettare le regole allo Stato» con una ordinanza aveva chiuso (e poi riaperto) l'unica strada di accesso alla struttura agrituristica dove erano stati destinati una quarantina di immigrati da parte della Prefettura di Benevento. «Sarebbero stati troppi - dice il gestore di uno dei bar del paese - per una piccola comunità come la nostra». Un gruppetto di anziani, seduto al sole sulla panchina davanti la chiesetta, si «sente ora più sicuro». «Anche noi - racconta poi l'ottantenne Raimondo M., emigrato prima in Argentina e poi negli Stati Uniti negli anni Cinquanta - siamo stati emigranti. Ma non ci hanno reso la vita facile. Abbiamo lavorato una vita, ma siamo stati sempre rispettosi delle regole dei Paesi che ci hanno ospitato, distinguendoci per capacità e per correttezza».


«E' inaccettabile il metodo con cui è stata revocata l'assegnazione di 34 migranti in una struttura di accoglienza del Comune di Vitulano a seguito delle rimostranze del sindaco Raffaele Scarinzi, peraltro messe in atto con modalità che rasentano inammissibili 'vie di fattò». E' quanto scrive, in una lettera al prefetto Paola Galeone, il sindaco di Benevento Clemente Mastella, per sollecitare «un' equa distribuzione» dei migranti richiedenti asilo sul territorio provinciale. «Sul nostro territorio sono ospitati oltre 400 migranti, di cui 60 nel sistema Sprar, numero notevolmente superiore al rapporto di 2,5 per 1000 abitanti sancito dall'accordo Anci-Ministero, alla stregua del quale il Comune di Benevento dovrebbe farsi carico di 162 migranti; senza considerare che gli stranieri ospitati alla Contrada Epitaffio (cui si aggiungono ora quelli 'rifiutatì dal Comune di Vitulano), pur formalmente ascritti ad Apollosa, di fatto gravitano su Benevento.

La situazione rischia di diventare esplosiva. Per questo bisogna intervenire con urgenza». 

 

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