Con Martone "Il sindaco del Rione Sanità"
diventa un giovane capoclan

Mercoledì 15 Giugno 2016, 13:06 - Ultimo agg. 16 Giugno, 14:42
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Francesco Di Leva, faccia da duro e un vero talento, l'abbiamo visto al cinema ragazzo difficile in «Pater familias», giovane camorrista in «Una vita tranquilla» accanto a Toni Servillo e a Marco D'Amore, che oggi tutti conoscono come Ciro l'Immortale di «Gomorra». L'abbiamo visto in teatro (recentemente nella splendida «Carmen» con Iaia Forte) e in televisione in tante fiction su Squadre e Distretti di Polizia. Sarà lui il prossimo «Sindaco del Rione Sanità». Lo ha voluto Mario Martone nel ruolo di don Antonio Barracano, ma l'accordo tra il Nest, il teatro di San Giovanni a Teduccio fondato dallo stesso Di Leva con altri cinque attori, testardi e coraggiosi come lui, lo aveva stretto a suo tempo Luca De Filippo. E sarà lì, in uno dei quartieri più popolari e difficili di Napoli, che lo spettacolo coprodotto dallo Stabile di Torino e dalla compagnia di Luca oggi guidata da Carolina Rosi debutterà, nella prossima stagione.

L'idea di affidare il ruolo del Sindaco del Rione Sanità a un uomo giovane, deciso nel fisico e nel gesto quanto il personaggio scritto da Eduardo era invece crepuscolare, è rivoluzionaria. Perché non solo pone la figura del protagonista ancora al centro del sistema criminale che rappresenta laddove la scrittura eduardiana ne faceva il simbolo di un sistema di valori e disvalori al tramonto, ma perché sottrae il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in una realtà viva. Lo ha spiegato al proposito lo stesso Martone: «Il teatro è vivo quando s'interroga sulla realtà, se parla al proprio pubblico non solo osando sul piano formale ma anche agendo in una dimensione politica». La decisione di calare «Il sindaco del Rione Sanità» nell'orizzonte dei nostri giorni, mettendolo presumibilmente a capo di una «paranza» di ragazzi e protagonista di una guerra di camorra simile a quelle che di questi tempi riempiono le cronache, è un gesto politico. Debuttare in un teatro di periferia, dando spazio ai giovani del quartiere è un bell'omaggio a Luca De Filippo, che dell'interesse per i ragazzi a rischio di Napoli aveva fatto l'ultimo  impegno della sua vita.
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