Moravia, Andermann e il metodo dell'altrove

Martedì 15 Novembre 2016, 12:05
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Dacia Maraini, per i suoi ottant'anni, ha raccontato di avere nostalgia dei tanti viaggi intorno al mondo fatti con Alberto Moravia, il suo compagno di allora, e Pasolini. Andrea Andermann, che di quei viaggi è stato un altro appassionato frequentatore, ha appena pubblicato per Bompiani un libro magnifico, "Andando Altrove", che è, insieme, testimonianza, memoir, antologia fotografica, intervista. Un volume imponente di circa cinquecento pagine, e di grosso formato, che procede per vie parallele: da una parte il corredo di immagini. assai suggestive, scattate dallo stesso Andermann con quel gusto dell'inquadratura che ha fatto di lui un valente regista, dall'altra il racconto delle esperienze condivise con il grande scrittore in Africa, nello Yemen, in Mongolia, esperienze talvolta scomode, talvolta estreme, sempre avventurose. Paesi seducenti per la lontananza e la diversità, ma non pericolosi come potrebbero esserlo oggi. Moravia e Andermann sono stati compagni di viaggio per ventidue anni, hanno risalito il fume Congo, rastrellato l'Africa subsahariana, si sono spinti nelle lande più sperdute dell'impero sovietico. Diversi per età, uguali per istinto e curiosità, i due avevano Gide e Conrad come guide, Celine di "Viaggio al termine della notte" come modello. Andavano per andare. Andermann scattava, Moravia non prendeva appunti. Ma al rientro a Roma, se stava lavorando a un libro, ricominciava a scrivere da zero. Perché l'altrove è un metodo.
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