La grande catena

La grande catena
Sabato 7 Gennaio 2017, 11:58
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Un gioco letterario complesso e divertente, questo è “Matteo ha perso il lavoro” (Nottetempo) di Gonçalo M. Tavares. Lo scrittore portoghese ha acquisito la lezione di Italo Calvino e Georges Perec: geometria, surrealismo e semplicità di racconto; e gioca di sponde e rimandi, invenzioni e stupore. Al centro c’è Matteo, intorno un cerchio, il resto sono personaggi che chiamano altri personaggi, in un susseguirsi di storie che disegnano una tavola delle città che ricorda quella degli elementi di Dmitrij Ivanovič Mendeleev, che subito fa pensare al migliore scrittore di racconti italiano: Primo Levi. Tavares è molto bravo nelle evocazioni, la sua è architettura letteraria, i suoi libri ricordano il disegno pulito degli spazi di Álvaro Siza. Luce, precisione spaziale, grandi tagli che diventano visioni sul paesaggio e soprattutto ordine. La poesia della linea retta che viene intersecata dalla vita, anzi dalle vite dei tanti personaggi chiamati ad apparire, illustrando il romanzo. 
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