Strologando

Strologando
Domenica 28 Maggio 2017, 09:51
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Salone del libro di Torino, fila per ascoltare Jonathan Lethem, davanti a me due scrittori toscani. Il primo, codino sopra la testa, camicia da boscaiolo, zaino militare e bottiglia d’acqua. Il secondo, camicia a righe, pantaloni da presentatore tivù, e capelli gramsciani. Il primo: «sto scrivendo il grande romanzo italiano, almeno così mi dicono in Rizzoli, e dopo cinque anni non posso che annuire». Il secondo: «ho scritto un manifesto, c’era bisogno di un manifesto, no? Quale è stato l’ultimo?». Il primo risponde: «quello dei TQ, una schifezza, invece bisogna fare uno studio come quello che fecero i Wu Ming». Il secondo, crescendo di tono: «ma certo, è quello che farò, intanto mi sono premurato di informare Michele Uno e Michele Due (due critici) e loro mi han detto che mi aiuteranno con le loro riviste». Il primo colto dal fuoco, lascia la fila: «vado a scrivere, ho avuto una idea»; il secondo, rimanendo solo, aspetta ancora un po’ e poi abbandona la fila, senza didascalia, andrà a trasformare il manifesto in studio, chissà. Io vado a sentire Lethem
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