Pietro Treccagnoli
L'Arcinapoletano
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Il Comune di Napoli dedica una piazza a Totò, ma c'era già una strada

Foto di Sergio Siano
Foto di Sergio Siano
di Pietro Treccagnoli
Giovedì 20 Aprile 2017, 15:25
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Una strada intitolata a Totò esiste già a Napoli, da oltre trent’anni. Ed è proprio nel quartiere in cui il grande attore è nato, la Sanità, zona Miracoli. È una strada che fino a qualche decennio fa si chiamava via Ritiro alla Purità. Circa tre o quattrocento metri che da via Michele Tenore (zona Orto Botanico) conduce a vico Avallone. Certo, Totò per la sua popolarità, per il suo genio e per l’amore che i napoletani giustamente gli portano, meriterebbe di più. Ora la commissione toponomastica del Comune, presieduta dal sindaco Luigi de Magistris, in occasione del suo cinquantesimo anniversario della morte ha deciso di rilanciare. E ha raddoppiato. Non si capisce se per iperbole o per ignoranza. Al Principe della Risata sarà intitolato lo slargo tra la discesa Sanità e via Sanità, dove è stato collocato il monumento con la sagoma ritagliata del comico, proprio subito dopo il ponte, procedendo verso le Fontanelle. Come sarà chiamato? Si spera piazza Totò, giusto per non mandare al manicomio i postini, i tassisti e Google Maps e per sottolineare la doppia natura dell’uomo e dell’attore, separando la Maschera dal Volto come lui stesso amava sottolineare.

Si è preferito, tutto sommato, fare un doppione, quando si poteva provare a eliminarne uno, uscendone pari. Via Santa Maria Antesaecula dove Totò è nato e dove da anni si aspetta il museo, è un nome glorioso e storico, nessuno si sarebbe scandalizzato se fosse stata reintitolata proprio al comico. Anche perché un’altra via Santa Maria Antesaecula, meno nota, ma più antica si trova Forcella, in pieno centro storico. A via De Curtis (l’attuale) qualcuno dei residenti più anziani giura che il Principe della Risata ci sia addirittura vissuto, da giovane (al civico 20, Villa Giovanni Conti) e per questo sarebbe stato scelto, decenni fa, di intitolargliela. Di fronte c’è pure un «Condominio A. De Curtis» e più avanti un B&B «Totò». 

Ma non è l’unico doppione. Il Comune, su proposta della Commissione, si accinge ad apporre una targa su un palazzo di via Santa Lucia dove Salvatore di Giacomo avrebbe vissuto fino alla morte. Ma c’è già un altro palazzo dove il poeta di «Era de maggio» sarebbe morto. Al civico 35 di via San Pasquale a Chiaia. Sul muro in bugnato si vede una lapide, collocata del 1984 e che, in forma alata, recita: «In questa casa il 5 aprile 1934 cessava di battere il cuore di Salvatore Di Giacomo, ne restava immortale il canto». Qual è la casa giusta? Un salto all’anagrafe qualcuno della Commissione potrebbe farlo. È ancora in tempo. Altri casi controversi, ma meno impattanti sono le tre rotatorie nella zona dello stadio Collana al Vomero. Saranno dedicate rispettivamente a Renato Carosone, Sergio Bruni e Roberto Murolo. A tutt’e tre sono già state già assegnate tre piccole strade di Fuorigrotta. Una scelta che non è mai stata giudicata adeguata dalle famiglie dei tre musicisti. 

La Villa Comunale di Scampia verrà intitolata a Ciro Esposito, il tifoso azzurro morto in seguito alle ferite riportate per gli scontri avvenuti a Roma prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, il 3 maggio del 2014. Sono previste anche una strada per Mario Merola (probabilmente nella zona delle Case Nuove) e un’altra per il papirologo Marcello Gigante (che ha abitato a lungo a Palazzo Tarsia). Per ora ci sono solo indicazioni di massima, perché non sono stati ancora definiti gli indirizzi. Decisa, invece, l’intitolazione a Nina Moscati, sorella del veneratissimo medico-santo Giuseppe Moscati, pure lei con una pratica di beatificazione aperta. Si tratta di vico I Quercia, non lontano dalla casa dove abitavano a via Cisterna dell’Olio. A Domenico Scarlatti (figlio di Alessandro che un importante strada del Vomero se l’è aggiudicata da tempo immemorabile) sarà affidato un modesto slargo, attualmente senza nome, tra salita Arenella e via De Dominiciis. A Marianella, via Federico Celentano si trasformerà in via del Borgo Alfonsiano. Un altro slargo antistante il parcheggio di interscambio di Pianura porterà il nome di Palma Scamardella, vittima innocente della camorra, uccisa nel 1994.

Dal primo maggio anche Napoli avrà una strada per i Martiri di Pietrarsa e in preparazioni ci sono altre due targhe: una per Anna Maria Ortese, a via Ferdinando Palasciano (traversa della Riviera di Chiaia) dove fu scritto «Il porto di Toledo», e una seconda a piazzetta Cesarea (quartiere Avvocata) per tre vittime dell’incidente di un filobus nel 1961. È prevista, infine, una biblioteca o un’area di circolazione (un modo tecnico per indicare genericamente una via, una piazza, un corso, un viale, un vicolo, si vedrà) per Fausto Nicolini, allievo e collaboratore di Benedetto Croce. Un fritto misto, insomma, come capita in queste occasioni, con il quale si prova a dare qualche soddisfazione alle associazioni e ai gruppi politici del territorio. Con la complicazione, stavolta, di raddoppiare, in preda a una febbre celebrativa che meritava qualche indagine preliminare.
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