Pietro Treccagnoli
L'Arcinapoletano
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Lo sciacallo e il mariuolo in corpo

Lo sciacallo e il mariuolo in corpo
di Pietro Treccagnoli
Venerdì 26 Agosto 2016, 17:28 - Ultimo agg. 21:17
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Un ladro, il giorno dopo il terremoto nel Reatino, parte da Napoli, la sua città, e va a rubare nelle case sinistrate. Ci prova, perché lo acchiappano in flagranza con un cacciavite infilato in una serratura e lo arrestano. I giornali fanno il proprio lavoro e scrivono con maggiore o minore evidenza che lo sciacallo (si chiama così lo specialista di tale tipo di furti, ci dispiace per l’animale) è napoletano.
 
Apriti cielo, sui social è immediata la reazione di persone anche normalmente assennate che si ergono a censori, a difesa di Napoli e dei maccheroni suoi, direbbe il caro Leopardi. Perché sottolineare la provenienza del delinquente? Se fosse stato romano o torinese non l’avrebbero scritto. Davvero? Bah. Andrebbero sfogliate le collezioni dei quotidiani per sapere se in passato è stato così. Ma basta fare un giro sul web per capire che si ha poca memoria.
 
La reazione era prevedibile. Ormai ogni volta che si associa Napoli a un evento negativo scatta il riflesso condizionato dello “sputtanapoli” e si finisce nel mirino dei custodi del mandolino e della minestra ammaretata. Rilassatevi. Napoli non è un paradiso abitato da diavoli, lo sappiamo. Non è neanche un inferno abitato da angeli e tantomeno (scusate l’espressione vivace) pisciamo tutti acqua santa dall’ombelico.
 
Ormai siamo alla paranoia. E’ una malattia acclarata che evidentemente nasconde un senso di colpa grosso come un macigno. Il mariuolo non ce l’abbiamo ad Amatrice, ma in corpo.
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