Catacombe di San Gennaro,
il miracolo non è del santo | Video

Foto di Sergio Siano
Foto di Sergio Siano
Martedì 14 Marzo 2017, 11:33 - Ultimo agg. 11:36
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Una città sotterranea, a Napoli, anzi due.  Le catacombe di San Gennaro, che si trovano nella parte alta della Sanità e hanno l’ingresso proprio accanto alla basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte, hanno ospitato nei secoli morti pagani e morti cristiani e sono organizzate su due livelli, il vestibolo superiore e il vestibolo inferiore. Napoli è fatta a strati non solo per i vivi, ma anche per i morti. Il vastissimo cimitero sotterraneo, si estende per 5800 metri quadrati,  è stato scavato nel corso dei secoli: nacque, probabilmente, come luogo di sepoltura pagano nel secondo secolo dopo Cristo nell’area di Capodimonte che all’epoca era esterna alle mura cittadine, ed è stato ampliato fino al decimo secolo dopo Cristo.
 


Al suo interno furono sepolti Sant’Agrippino e soprattutto, anche se per un periodo relativamente breve, San Gennaro, che della città non è solo Patrono, ma anche nume tutelare, amico, confidente e, a volte, capro espiatorio. Le spoglie del Santo arrivarono nelle catacombe tra il 413 e il 431 per volere d Giovanni I vescovo di Napoli, rendendo subito la città sotterranea meta di pellegrinaggi. Per identificare il luogo della sepoltura sono poi stati necessari lunghi studi, ma oggi si ritiene che essa fosse sotto la cosiddetta cripta dei vescovi decorata con i ritratti dei primi 14 vescovi di Napoli. San Gennaro, come la città di cui è protettore, però, non ha mai trovato pace e le sue spoglie furono “rubate” nell’831 dal principe di Benevento Sicone I che aveva assediato la città. Fu poi il normanno Guglielmo I il Malo a portarle nel 1154 a Montevergine fino a quando, nel 1497, le spoglie tornarono a Napoli: il cardinale Oliviero Carafa fece costruire nel Duomo, al di sotto dell’altare maggiore, la cappella del Succorpo.
Nelle catacombe, dunque, del santo non è rimasto molto: l’immagine risalente alla seconda meta del V secolo e  l’ipotesi sul luogo di sepoltura.  Ma la suggestione legata al nome di Gennaro resta.

Molti curiosi sono attratti anche da un incongruente monumento fallico: una colonna costituita da due differenti blocchi di marmo uniti con la calce che recano in greco la scritta Priapo, il dio pagano della fertilità il cui simbolo è, appunto, il fallo. Sulle origini dell’installazione si è molto discusso: qualche studioso vi ha visto un desiderio di profanazione, qualche altro, forse più fondatamente,  ha pensato ad un falso. 

Certo è, invece, che la magia della città sotterranea recentemente illuminata, il fascino del fonte battesimale fatto realizzare nell’ottavo secolo da Paolo II, vescovo di Napoli, i mosaici della cripta dei vescovi,  le tremila sepolture, fanno delle catacombe uno dei luoghi maggiormente visitati con 80150 ingressi nel 2016. Un vero e proprio boom se si pensa che nel primo anno di apertura, il 2006, ce ne furono 5160.

Il sito fa parte del percorso del Miglio Sacro, ideato e progettato dalla cooperativa La Paranza, nata intorno alla parrocchia di Santa Maria della Sanità, dando vita a un’esperienza forse unica in Italia. Grazie anche all’impegno dell’associazione L’ Altra Napoli onlus, di cui è presidente Ernesto Albanese, e di una rete di associazioni, alla Sanità è in corso un’incredibile operazione di recupero di un patrimonio storico e artistico rimasto per secoli abbandonato.  Due numeri bastano a dare un’idea del “miracolo”, questo sì certamente vero, della Paranza: sono 11050 i metri quadri di patrimonio recuperato e venti le persone che hanno trovato un lavoro. Non solo: le catacombe sono un sito completamente accessibile ai disabili: grazie alla collaborazione con l’associazione Tutti a Scuola, sono state abbattute le barriere architettoniche, costruite rampe e passerelle e con l’Università Suor Orsola Benincasa e l’associazione Iron Angels è stato realizzato un percorso per non vedenti  che prevede l’esplorazione tattile, attraverso lastre di metallo vengono proposti particolari del luogo. Progetti che guardano al futuro.
Le catacombe sono aperte dal lunedì al sabato dalle 10 alle 17, le visite guidate partono ogni ora. La domenica si chiude alle 14. Il biglietto intero costa 9 euro, ma sono previste una serie di riduzioni. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.catacombedinapoli.it.
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