Incendi, due vittime in Calabria: morti due uomini che cercavano di spegnere le fiamme

Incendi, due vittime in Calabria: morti due uomini che cercavano di spegnere le fiamme
di Serafina Morelli
Giovedì 13 Luglio 2017, 16:04 - Ultimo agg. 21:27
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Non si arresta l’emergenza incendi in Calabria. Le fiamme continuano a distruggere ettari ed ettari di boschi, a minacciare interi borghi, a lambire le abitazioni. E c’è chi ha tentato di difendere con tutte le forze il proprio terreno ma è morto nel tentativo di spegnere i roghi. Due le vittime: un uomo di 69 anni, Mariano Pizzuti, è rimasto carbonizzato a San Pietro in Guarano, nel Cosentino, mentre un pensionato 68enne, Antonio Purita è stato trovato in una scarpata a Cessaniti, nel Vibonese. Dal Pollino all’Aspromonte, la Calabria continua a bruciare: oltre 250 incendi in meno di 24 ore, le criticità maggiori si sono registrate nella provincia di Cosenza dove risultano attivi più di 60 focolai. La Prefettura ha attivato l’Unità di crisi per monitorare le aree del territorio interessate da roghi, ma la situazione resta particolarmente difficile. Le situazioni più critiche a Papasidero, San Fili, Fagnano Castello, San Marco Argentano, San Vincenzo la Costa e Rovito dove, ieri sera, circa 300 persone sono state allontanate precauzionalmente dalle proprie case. A San Pietro in Guarano si combatte contro il tempo: le fiamme stanno divorando la vallata, una densa nube nera di fumo ha ormai invaso l’intero paese, la maggior parte degli abitanti sono stati costretti a lasciare le abitazioni in attesa che la situazione torni sotto controllo. «La prima segnalazione – ha detto il sindaco Francesco Cozza a Radio24 - l'abbiamo fatta tra le 7.30 e le 8.00, sono arrivati i mezzi, ma c'era bisogno di qualche mezzo aereo forse un pochino prima. Ci hanno detto che dovevamo attendere per i mezzi aerei ma mi rendo conto che l'emergenza oggi era dovunque». I vigli del fuoco e gli uomini della protezione civile continuano a lavorare, mentre in paese piange per la morte di Mariano: «Dovrebbe avere respirato fumo - afferma il primo cittadino - e poi è rimasto lì. Cercava di spegnere l'incendio vicino a casa sua. Noi avevamo allertato subito anche il 118 perché c'erano delle persone cardiopatiche che non stavano bene in case che abbiamo fatto evacuare». Così come nella provincia di Cosenza, anche nel Reggino oggi è entrato in azione l’esercito. Dal 9 luglio è stata attivata pure dal prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, l’Unità di crisi per coordinare le attività svolte a fronteggiare l’emergenza incendi. Ormai da 72 ore brucia l’Aspromonte, mentre altri roghi hanno interessato alcuni paesi della Locride e della Piana di Gioia Tauro. L’emergenza va avanti, vigili del fuoco, squadre di Calabria Verde, volontari della Protezione civile coadiuvati da carabinieri, da personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza nonché da militari dell’Esercito continueranno a lavorare per tutta la notte.

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