Reggio, ragazzina di 13 anni violentata dal branco: «Sua madre sapeva e nascose gli abusi»

Reggio, ragazzina di 13 anni violentata dal branco: «Sua madre sapeva e nascose gli abusi»
Lunedì 12 Settembre 2016, 17:41 - Ultimo agg. 14 Settembre, 14:57
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Per paura che la sua famiglia fosse screditata agli occhi del paese, la mamma non denunciò mai gli abusi subìti da sua figlia, una ragazzina di 13 anni. E' questo lo sconvolgente scenario che si cela dietro la brutale violenza avvenuta su un'adolescente di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, per mano di un gruppo di ragazzi del paese. 

Gli stupri duravano da ben tre anni e già da tempo la ragazzina aveva denunciato tutto in un tema scolastico: i suoi genitori sapevano tutto (sua madre lo aveva saputo grazie alla brutta copia del tema, conservato a casa da sua figlia), ma non vollero farlo sapere.

Durante l'interrogatorio dai Carabinieri, la ragazzina ha spiegato tutto: "…. fino a che un giorno a scuola la mia professoressa d’italiano ci dà un tema dove dovevamo parlare del ruolo che avevano avuto i nostri genitori nella nostra vita. Ed io che nonostante non abbia detto niente per proteggere anche loro ero arrabbiata con loro perché comunque loro non se ne sono mai accorti di niente… cercavo di essere mai triste, mai arrabbiata. Magari mi rendevo attiva in casa aiutavo molto mia madre. Di giorno in giorno non se ne sono accorti proprio di niente. Quindi ero un po’ arrabbiata con loro di questo perché comunque come fai a non accorgertene che tua figlia sta attraversando un periodo difficile, una difficoltà, niente completamente".

La ragazzina ha anche raccontato di quando sua madre ha scoperto delle violenze: "Io torno a casa mi viene a prendere mia madre e inizia a dirmi che belle cose che hai scritto. Io scoppio in un pianto e le racconto tutto quello che era successo, tutto…non i particolari".

Ma, nonostante sapesse la condizione drammatica che stava vivendo sua figlia, la mamma ha pensato di non denunciare perchè "la rivelazione dei fatti avrebbero provocato un discredito della famiglia e che forse avremmo dovuto andare ad abitare in un altro paese".

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