Vibo Valentia, prostituzione minorile:
arrestato sacerdote, 15enne tra le vittime

Don Felice La Rosa
Don Felice La Rosa
di Serafina Morelli
Mercoledì 16 Novembre 2016, 10:37 - Ultimo agg. 16:28
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Vibo Valentia - Sono partiti dalle indagini avviate sull’omicidio di Francesco Fiorillo, ucciso a colpi di pistola davanti al cancello di casa sua lo scorso 16 dicembre 2015, nei pressi della stazione ferroviaria di Vibo Valentia, e nel corso delle attività d’intercettazione è emerso uno squallido spaccato di prostituzione e corruzione minorile. Sono così venuti fuori gravi indizi di responsabilità che hanno portato all'arresto di don Felice La Rosa, 35 anni, parroco per molti anni di Zungri, di un cittadino bulgaro pregiudicato e di un pensionato di 60 anni. I tre sono stati bloccati ieri mattina dalla Squadra Mobile di Vibo su richiesta del procuratore capo della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, del sostituto procuratore Debora Rizza e dell’aggiunto Vincenzo Luberto. 

Dalle intercettazioni è emerso che M.I, l’uomo di origine bulgara, proponeva al parroco e al pensionato le prestazioni sessuali da parte di un ragazzo di 15 anni in cambio di denaro. Commenti espliciti, che fanno rabbrividire, a sfondo sessuale, circa la possibilità di avere incontri omosessuali con minorenni. Sembra quasi un’ossessione e nelle telefonate si parla anche delle
«capacità sessuali» del ragazzo. Sempre ascoltando le intercettazioni telefoniche si apprende che sia il pensionato che il parroco hanno accettato la proposta hot, pagando 50 euro, cifra poi divisa tra M.I e la vittima nella misura di 20 e 30 euro a testa. 

Il sacerdote per ben undici anni è stato il parroco della comunità di Zungri, poi l'improvviso trasferimento. Il parroco, tra l’altro, nell’agosto del 2014, era stato vittima di un’intimidazione: al termine della messa, don Felice La Rosa, ritrovò due ruote dell’auto bucate con un punteruolo.

Appresa la vicenda, «il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignore Luigi Renzo, ha espresso tutto il suo rammarico e il profondo dolore per i gravi fatti contestati al sacerdote che hanno portato al provvedimento restrittivo». E annunciato di aver «provveduto a sospendere “a divinis” l’interessato e avvierà immediatamente tutte le procedure previste dal diritto canonico e dalle direttive emanate dalla Santa Sede».

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