Al Parco Saraceno
la guerra tra poveri:
«Qui lo Stato non c’è»

Al Parco Saraceno la guerra tra poveri: «Qui lo Stato non c è»
Al Parco Saraceno la guerra tra poveri: «Qui lo Stato non c’è»
di Vincenzo Ammaliato
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 23:30
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Castel Volturno. La metà è occupata abusivamente sia da immigrati, sia da italiani. L’altra, invece, è libera e alle porte d’ingresso ci sono delle robuste catene con grossi lucchetti che le sbarrano, ma che non sono state istallate dai legittimi proprietari. Stiamo parlando delle case fronte mare dell’ex Parco Saraceno, una volta quartiere esclusivo abitato in prevalenza da famiglie dei militari della Nato; da vent’anni, invece, trasformato in parco dell’illegalità. Ma se non i proprietari, chi ha messo catene e lucchetti alle porte d’ingresso degli appartamenti vuoti? E per quel motivo?
A dare una spiegazione plausibile è Angela, la donna nigeriana che un mese fa ebbe il coraggio di denunciare tre suoi connazionali che nell’appartamento vicino il suo, dove abitavano entrambi all’ex Parco Saraceno, si resero responsabili di una violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane immigrata fatta scappare da un centro d’accoglienza per avviarla alla prostituzione. Dopo l’allarme lanciato da Angela, all’arrivo delle forze non ci fu più alcuna traccia dei tre uomini e della loro giovane vittima, scappati chissà dove.
Eppure, alla porta d’ingresso dell’appartamento che occupavano abusivamente all’ex parco Saraceno, adesso si trova anche qui una catena con lucchetto. «Perché seppure sono scappati e forse non torneranno più – spiega Angela – chi in futuro vorrà occupare quell’appartamento dovrà comunque pagare il riscatto per l’immobile a quei tre delinquenti. Qui così funziona». Insomma, una pratica che è una sorta di subaffitto illegale che pare sia parecchio diffusa fra le palazzine corrose dalla salsedine nei pressi dell’ex molo San Bartolomeo. La cifra del cosiddetto riscatto si aggirerebbe intorno ai mille euro. Considerando lo stato di fatiscenza sia dell’ex parco, sia degli stessi appartamenti potrebbe sembrare una somma alta.
Ma non è così. Perché se nel conto si mette il particolare non da poco che i tanti che occupano abusivamente queste case non pagano la fornitura di energia elettrica, perché l’Enel istallò dei contatori condominiali, e che nessun ente chiede conto agli abusivi del regolare pagamento dei tributi, è chiaro i mille euro sono ammortizzati in pochi mesi, e l’appartamento abusivo diventa un affare. Se poi per ragioni diverse qualche inquilino abusivo ha la necessità di trasferirsi altrove, nell’attesa di individuare un nuovo disperato disposto a subentrargli nell’appartamento, non gli resta che istallare alla porta d’ingresso catena e lucchetto e lasciare la notizia all’ormai ex vicino di casa di come poterlo rintracciare. Pagati i mille euro sono consegnate le chiavi, e oltre all’utilizzo dell’immobile, si diventa proprietari degli stessi lucchetto e catenaccio, che al parco dove tutto è concesso, purché illegale, hanno un valore non solo simbolico.
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