Assenteismo nella terra di Maccus
falsi certificati di malattia e terapie

Assenteismo nella terra di Maccus falsi certificati di malattia e terapie
Assenteismo nella terra di Maccus falsi certificati di malattia e terapie
di Mena Grimaldi
Mercoledì 8 Marzo 2017, 07:50
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Succivo. «Un quadro sconcertante e sconfortante, un malcostume diffuso basato sulla piena consapevolezza dei dirigenti». Non usa mezzi termini il gip del tribunale di Napoli Nord, Nicola Erminio Paone, nel descrivere l’ennesima inchiesta sull’assenteismo, i furbetti del cartellino; per il gip tutti sapevano. Questa volta, nel mirino dei magistrati è finito il Museo Archeologico Atellano di Succivo. Agli arresti domiciliari sono finiti Giosuè Moscato, addetto al servizio supporto del Museo e Tobia Menditto, assistente amministrativo. Tredici, invece, gli indagati. Tra di loro anche Elena Laforgia, direttore del Museo Archeologico, Luigi Santoro, direttore amministrativo e poi tecnici e assistenti e operatori di vigilanza. Per tutti i reati ipotizzati vanno dalla falsa attestazione della presenza in servizio alla truffa ai danni dello Stato. Tutto inizia nell’aprile del 2015 quando è una stessa dipendente del Museo che denuncia una situazione generalizzata di assenteismo.
L’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Marcianise, guidati dal capitano Luca D’Alessandro, inizia il 27 gennaio del 2016, quando vengono installate due telecamere: una sul sistema elettronico per il badge e l’altra all’ingresso del Museo. In contemporanea, vengono intercettate le utenze telefoniche di alcuni indagati. Le indagini portano alla luce un sistema consolidato fatto anche da quelli che l’accusa definisce “falsi” certificati medici. In particolare, per gli inquirenti, è proprio uno degli indagati per il quale il gip ha richiesto la misura cautelare, Tobia Menditto, a mettere in atto questa condotta. L’assistente amministrativo del Museo avrebbe sfruttato falsi periodi di malattia per potersi dedicare ad un altro lavoro: un centro scommesse di famiglia situato nei pressi della piazza di Succivo. Menditto si sarebbe recato presso il centro scommesse anche nei giorni in cui si recava al lavoro, allontanandosi senza far rivelare l’assenza mediante il sistema marcatempo. Secondo gli inquirenti, i falsi certificati medici dell’assistente amministrativo vanno dal 18 febbraio del 2016 all’8 marzo dello stesso anno. Per il medico, Menditto avrebbe dovuto praticare una terapia domiciliare. Cosa assolutamente non vera per la Procura che nel corso delle indagini viene intercettato mentre lavora presso il suo centro scommesse. 
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