«Io non aspetto nessuno. Dovete visitare mio figlio». Pronunciando queste parole un uomo di Frignano ha spinto la porta di ingresso del reparto di pediatria dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa e ha aggredito un'infermiera. A fermare l'energumeno un agente della vigilanza interna e altri addetti ai lavori. L'uomo è poi andato via mentre sopraggiungevano le forze dell'ordine che lo hanno identificato grazie alle generalità del figlio che aveva lasciato al triage del pronto soccorso.
Secondo una prima ricostruzione, erano da poco passate le 21.30 di venerdì, quando si è presentato al pronto soccorso un ragazzino di Frignano di 13 anni che lamentava dolori al torace, accompagnato dal padre.
«Al di là della solidarietà alla collega, - ha dichiarato Salvatore Stabile, segretario generale della Fials, il sindacato maggiormente rappresentativo al Moscati siamo di fronte a un caso gravissimo. Una situazione che si ripete e che è frutto di una disorganizzazione interna e di una carenza di personale che da anni denunciamo senza che la politica e la direzione strategica dell'Asl facciano qualcosa. Invece si aprono nuovi reparti e si trasferisce il personale sanitario di altri reparti già sottorganico senza che vi siano nuovi arrivi». «Il personale sanitario - continua Stabile - deve poter lavorare in sicurezza. Invece, nessuno si preoccupa di questi continui episodi. Da parte nostra siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione se non la direzione non cambierà atteggiamento nei confronti degli ospedali della provincia e di quello di Aversa in particolare. Qui vengono disattese anche delibere della Regione Campania come se fosse la cosa più normale del mondo».
Gli addetti al reparto di pediatria dell'ospedale aversano, dove si è registrata l'aggressione, così come tutti i lavoratori dell'Asl, non possono rilasciare dichiarazioni pena sanzioni disciplinari. Basta, però, ascoltare i discorsi che fanno tra loro per capire come il reparto sia praticamente alla mercé di chi voglia raggiungerlo. Nonostante sia ubicato al quarto piano, basta prendere l'ascensore per arrivarci indisturbati. Anche qui, ovviamente, si lavora in affanno. Sono andati via per motivi vari medici che non sono mai stati rimpiazzati.
Sull'episodio è intervenuto anche il sindaco di Aversa Alfonso Golia, che, per legge, è il massimo responsabile sanitario in città. «È barbaro, criminale, indegno - ha dichiarato Golia - un comportamento del genere perché queste persone sono lì per aiutarci e sono sottoposti a una pressione che gestiscono con professionalità e dedizione, proprio ieri lo sottolineavo. Ho scritto e scriverò ancora alle nostre istituzioni per chiedere un presidio fisso delle forze dell'ordine». In questo senso Golia ha lanciato una petizione web invitando gli aversani a sottoscriverla.
Per il parlamentare Gimmi Cangiano: «Purtroppo è un film già visto. E questo mi rattrista e mi preoccupa. Mesi fa ho fatto un sopralluogo al Moscati di Aversa in seguito alla rassegnata segnalazione di un padre ed una figlia che avevano vissuto una situazione di attesa e di stress simile. Per fortuna non sfociata in una aggressione. Ma il problema è serio e ben più complicato e possiamo riassumerlo in poche parole: le scellerate scelte regionali di gestione amministrativa e dirigenziale della sanità campana e casertana, che si ripercuotono sulla mancanza endemica di personale, e che alla fine vengono pagate a caro prezzo dagli addetti ai lavori, troppe volte capro espiatorio di una situazione che sta diventando insostenibile. E non solo ad Aversa. Eppure ribadisco il pensiero già più volte espresso circa l'elevata professionalità del nostro personale medico-sanitario. E condanno episodi di violenza, pur comprendendo l'esasperazione dell'utenza, che non può però giustificare il ricorso all'aggressione fisica nei confronti di chi si reca in ospedale per svolgere il proprio lavoro. Seguirò personalmente la vicenda anche a Roma».