La sfida della babygang con i figli dei boss al Comune di Casal di Principe

La sfida della babygang con i figli dei boss al Comune di Casal di Principe
di T​ina Cioffo
Mercoledì 21 Febbraio 2018, 16:23 - Ultimo agg. 17:06
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Da piazza Vittorio Emanuele, Roberto Saviano gridò ai camorristi «non valete niente». Lo slargo, il 9 giugno del 2014 divenne per il sindaco Renato Natale naturale palco, quando appena eletto sindaco, dopo un intenso ballottaggio, dedicò la sua vittoria a tutte le vittime innocenti di camorra. Nel 2016, in occasione della Festa della Repubblica, fu promesso che il presidio di polizia nel bene confiscato a Dante Apicella non sarebbe stato chiuso. Nel 2018, quella stessa piazza è di nuovo al centro. Qualcuno si è divertito a danneggiarla, girando le panchine e spostando blocchi di cemento. Azioni che potrebbero essere considerate dei semplici atti vandalici ma che se inseriti in un quadro più ampio, destano preoccupazione. 

Il sindaco del paese, Renato Natale, ha deciso di denunciare i fatti ai carabinieri della compagnia di Casal di Principe, al comando del capitano Simone Calabrò. «Per attenzionare e per attivare tutte le precauzioni», ha spiegato. Il timore è che lo scenario possa essere molto più complicato. Nessuno conosce i responsabili dei danneggiamenti e nessuno pare li abbia visti ma in paese le voci girano e si parla di una banda di ragazzi già organizzati attorno al figlio di un capoclan dei Casalesi in carcere. Ragazzi giovani, vittime dell’emulazione alla Gomorra, invasati di logiche criminali che hanno vissuto in famiglia. Prendersela con gli arredi urbani sarebbe allora una sorta di atto di forza per dimostrare i muscoli e mantenere quel substrato criminale pronto all’uso nel caso in cui i capiclan vecchi e nuovi, chiedessero l’ala militare. Intanto nel casalese ma anche a San Cipriano d’Aversa, è tornato il contrabbando di sigarette ed è arrivato il mercato della droga con consegna a domicilio. Il 2017 è stato costellato di episodi certamente inconsueti.

A febbraio tre ragazzi entrarono nell’Istituto tecnico commerciale Guido Carli, armati di pistola in bella vista nei corridoi della scuola, perché qualche professore aveva chiesto loro, non essendo studenti, di uscire dall’edificio. Le telecamere ed i testimoni riconobbero i nipoti dell’ex boss dei Casalesi, Vincenzo De Falco alias «’o lupo». A luglio i carabinieri di Casal di Principe arrestarono Gaetano Diana, 26 anni, figlio di Elio Diana, esponente di spicco del clan dei casalesi fazione Schiavone, perché fu scoperto in flagranza di reato mentre rubava dall’abitazione che era stata confiscata al padre, lungo via Circumvallazione. Per il furto è stato poi condannato a sei mesi con pena sospesa. A novembre sette ragazzi entrarono nel comprensivo Don Diana per danneggiare banchi, pareti e finestra. Non portarono via niente ma le telecamere li ripresero mentre rompevano tutto quello che incontravano. I sette giovani, dalla diversa corporatura, erano incappucciati evidentemente perché sapevano di poter essere riconosciuti. Non era notte fonda e poco prima al Teatro della Legalità di viale Europa, si era tenuta la prima giornata dell’ottava festa nazionale di Avviso Pubblico con la partecipazione del procuratore di Napoli, Giovanni Melillo. In sala c’erano il questore Antonio Borrelli, il prefetto Raffaele Ruberto ed il colonnello dei carabinieri Alberto Maestri. Anche allora, si parlò di una prova di coraggio da dimostrare, forse, a qualcuno più grande. Mentre i militari allertati da una telefonata intervenivano nel primo istituto, veniva preso di mira contemporaneamente un altro edificio poco lontano. 

Nel mezzo sono riprese le estorsioni ad imprenditori e commercianti. Gli episodi potrebbero raccontare, ognuno una storia diversa o essere parte integrante di un’unica strategia ma intanto da più parti ed in primis dal sindaco Natale, viene sottolineato il bisogno di un’attenta analisi che non trascuri il possibile ritorno dell’organizzazione criminale dei Casalesi. Sicuramente diversa rispetto al passato ma non per questo meno pericolosa.
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