Attentato a Barcellona: «Negli occhi quell'orrore sulla Rambla»

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di ​Nadia Verdile
Venerdì 18 Agosto 2017, 18:04
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Lucia Lubreglia, avvocata casertana di 37 anni, in vacanza con il suo compagno a Barcellona, è uscita illesa dall’attacco terroristico. «Eravamo lì – dice ancora scossa – quando il fragore delle cose che cadevano per terra e le urla della gente ci hanno pietrificato. Pochi metri, solo pochi metri e saremmo stati presi anche noi. Il furgone correva all’impazzata, lungo la Rambla, dal lato di Plaça de Catalunya.
Andava di qua e di là, come se volesse prendere quante più persone e cose possibile. C’è stato l’inferno. Gente che urlava, piangeva, pregava. Per un po’ siamo rimasti bloccati dalla paura. Tante ambulanze, scene di straordinaria follia. È arrivata la polizia, poi le telecamere». 
Il racconto continua: «Mi rimbombano ancora nelle orecchie i suoni delle sirene, il caos tutto intorno e la paura delle persone, la paura di tutti noi che ci guardavamo senza sapere cosa fare. Abbiamo aiutato una bimba che non trovava più la sua mamma. Era tutto un caos. Dopo un po’ siamo riusciti a infilarci in una stradina laterale. Abbiamo percorso, camminando radendo i muri, tutte le viuzze che ci hanno portato in albergo. Domani (oggi, ndr) dovremmo tornare a Caserta. Che Dio aiuti i feriti, che Dio aiuti le forze dell’ordine».
Molti i casertani in questi giorni a Barcellona. Come una comitiva di fedeli di Cesa. «Si tratta di un gruppo di pellegrini che hanno fatto pure tappa a Lourdes - dice il sindaco Guida - sono riuscito a mettermi in contatto con alcuni di loro tramite Whatsapp e mi hanno assicurato che stanno tutti bene. La Farnesina li sta aiutando; dovrebbero rientrare a breve». Nei momenti del fuggi fuggi generale, invece, un docente di musica, L.A. del liceo di Mondragone, che si trovava sulla Ramblas ma non vicino al luogo dell’attentato, ha riportato una distorsione a una caviglia. Non è stato necessario fare ricorso alle cure mediche.
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