Cosparsa di alcol mentre era seduta, poi le fiamme: così è morta Anna

Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo carbonizzato
Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo carbonizzato
di ​Mary Liguori
Sabato 11 Giugno 2016, 08:28
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È stato interrogato per tutta la notte D.F., il sottufficiale dell’Esercito che stava per sposare Anna Della Cioppa, la donna scomparsa nel pomeriggio di mercoledì e ritrovata carbonizzata giovedì sera nei pressi del cimitero di Bellona. In caserma, a Capua, il militare ha risposto alle domande del pm Mariangela Condello e dei carabinieri del capitano Francesco Mandia fino alle 4 del mattino. La procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone e dall’aggiunto Antonio D’Amato, non vuole lasciare nulla al caso. Le indagini, è chiaro, saranno rapide, tant’è che ieri stesso il sostituto ha conferito l’incarico per l’autopsia, in programma per oggi all’istituto di medicina legale di Caserta.

Saranno gli esami biologici a determinare l’iscrizione del capo in fascicolo. Anna, da qualche giorno, non voleva uscire, era ingrassata e si sentiva a disagio. Ma non era depressa, non prendeva farmaci. E poi c’erano le nozze, già in programma, che avrebbero a breve coronato quell’amore maturo ma, dicono i conoscenti, intenso.
E, da quella relazione, sono partiti gli inquirenti, con lo spettro di quanto accaduto a Sara Di Pietrantonio poche settimane fa, a Roma, uccisa e bruciata dall’ex fidanzato, che sembra aleggiare sul corpo devastato dal fuoco di Anna, a pezzi su un terreno scosceso a ridosso del cimitero. Il cimitero in cui è sepolto il padre di Anna, morto suicida anni fa, e dove c’è anche la tomba di un altro familiare della 52enne che decise di farla finita togliendosi la vita. Casualità? Gene del mal di vivere? Chi indaga, naturalmente, parte da elementi certi, e parte da un video e da alcune testimonianze, oltre che dal lungo interrogatorio del compagno della vittima che, dopo la prima segnalazione di scomparsa di mercoledì pomeriggio, giovedì è tornato dai carabinieri per formalizzare la denuncia. «Anna non è tornata, ha lasciato a casa il cellulare e i documenti». Da quel momento, le ricerche, affidate al nucleo di Protezione civile di Vitulazio, sono state incessanti. Fino a giovedì sera, quando il gruppo si è imbattuto nel cadavere carbonizzato. Bruciato, forse, poco dopo la scomparsa. 

Un pendio scosceso a un chilometro e mezzo da casa. È qui che Anna ha scelto di togliersi la vita? O il suo assassino l’ha condotta in un luogo isolato per poi darle fuoco? Dell’ultima «passeggiata» solitaria di Anna ci sono tracce nei video acquisiti dai carabinieri e nella testimonianza di alcuni residenti della zona. Poi nulla. Fino al tardo pomeriggio di giovedì e al drammatico ritrovamento. Oltre al compagno, che ha reso una ricostruzione coerente, tant’è che ha lasciato la caserma all’alba, sono stati ascoltati altri familiari. Non ci sono falle nei loro racconti, o almeno non si ha notizia di contraddizioni emerse nel corso degli interrogatori che possano indurre la procura a sterzare in un senso piuttosto che in un altro. I carabinieri stanno cercando di ricostruire le fasi precedenti la morte e anche i tabulati telefonici dell’utenza della donna sono al vaglio. Bisogna stabilire se ha sentito qualcuno prima di uscire di casa mercoledì per poi sparire nel nulla fino a quando i volontari non sono stati attratti da un cumulo di ossa fumanti. Ed era già troppo tardi. Il rogo aveva devastato il corpo di Anna. Le ossa erano disseminate intorno al tronco. Era seduta, secondo il medico legale, quando il liquido infiammabile ha iniziato a scendere dai capelli, fino alle spalle, per poi prendere fuoco. Un accendino e la bottiglia semivuota di alcol etilico erano a poca distanza dai resti.

Sulla plastica del contenitore ci sono delle impronte. Anche i rilievi dattiloscopici saranno fondamentali per chiarire cosa è veramente successo ad Anna Della Cioppa.
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