Camorra, clan Bifone-Amato: undici condanne, assolto imprenditore

condanne per il clan Bifone Amato
condanne per il clan Bifone Amato
di Mary Liguori
- Ultimo agg. 2 Febbraio, 11:32
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CASERTA - Dodici condanne e due assoluzioni: si è concluso con una sentenza favorevole alla tesi accusatoria tratteggiata dalla Dda di Napoli il processo ai clan Amato e Bifone di Santa Maria Capua Vetere, ritenute costole dei Belforte di Marcianise.

Il verdetto del gup Andrea Rovida del tribunale di Napoli non ha però fatto mancare un colpo di scena: assoluzione con formula piena per Giuseppe D’Alizzo, imprenditore di Portico (difeso dagli avvocati Angelo Raucci e Rosario Avenia). Il costruttore era stato accusato di aver fiancheggiato la cosca con diramazioni a Macerata Campania e Portico e di avere custodito delle armi per conto del clan. Già in sede di Riesame, l’ordinanza fu annullata su istanza del collegio difensivo e, ieri, il gup lo ha mandato assolto: D’Alizzo fu vittima degli Amato-Bifone e costretto a pagare il pizzo e non un loro affiliato.
Il giudice ha ritenuto non colpevole anche Salvatore Iuliano (difeso dagli stessi avvocati Raucci e Avenia).

Condannati invece gli altri undici imputati alla sbarra. La pena più alta è stata inflitta ad Alfredo Bifone, 16 anni, mentre otto anni sono stati comminati ad Antonio Bifone. Dodici anni di reclusione è la sentenza per Giovanni Cicala, tre anni e un mese ad Antonio Barracano, sette anni a Giuseppina Di Caprio, nove anni a Francesco Di Monaco, otto anni ad Antonio Di Vilio, otto a Gerardo Petronzi, quattro a Carmine Petruolo, sei a Gaetano Tartaglione, e un anno e dieci mesi al pentito Paolo Di Grazia. La sentenza emessa ieri è relativa all’operazione che, un anno fa, sgominò con oltre quaranta arresti i clan Bifone e Amato considerati delle diramazioni dei Belforte di Marcianise nell’area di Macerata Campania e Portico.
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